ROMA - Questa la certezza di Roberto Mancini in vista della ripresa del campionato. Il ct azzurro prevede giorni difficili per i suoi colleghi e a conferma della sua tesi cita come esempio quel che sta succedendo in Bundesliga. “I ritmi delle partiti sono molto più blandi, il calcio tedesco non ha il ritmo che stiamo vedendo e nelle prime partite credo che anche in Italia non avremo ritmi straordinari”, spiega il Mancio che non dimentica il caldo (“In certe città italiane non è facile giocare a luglio”) e che immagina comunque un’affascinante lotta scudetto. “Lazio e Juve se la giocheranno fino alla fine, ma da quando si è ripreso a giocare in Bundesliga è di fatto saltato il fattore campo.
Credo che anche l’Inter possa ancora avere delle possibilità, secondo me potrebbero esserci delle sorprese, poi è chiaro che la Juve rimane avvantaggiata perchè ha una rosa molta ampia”. Strane le partite con gli stadi vuoti, a parte il fattore campo che viene quasi annullato come si è visto in Germania, viene a mancare una componente importante per il mondo del pallone in generale. “Il pubblico è fondamentale in una partita di calcio, ti fa dare qualcosa di più quando sei stanco, si gioca anche per i tifosi”, sottolinea il Mancio uno che in Italia, insieme a Totti, ha divertito come pochi altri. “Come calciatori eravamo abbastanza simili, mi è sempre piaciuto perchè mi somigliava molto, faceva le cose che pensavo avrei fatto quando lo guardavo. Chi il più forte? Io credo che ognuno di noi debba credere di essere il più forte”, ride Mancini.