SYDNEY – Un raduno di suprematisti bianchi presso il monumento ai caduti in guerra di Corowa, una cittadina situata al confine tra il Victoria e il New South Wales, ha suscitato profonda preoccupazione tra i residenti e la condanna unanime dei leader politici.

Circa 50 manifestanti, vestiti di nero e indossando passamontagna, si sono riuniti sabato pomeriggio sotto uno striscione con la scritta "white man fight back" (uomini bianchi, reagite), guidati dal leader Thomas Sewell, il quale ha lanciato un'invettiva contro l'immigrazione e le multinazionali, sostenendo che i bianchi verrebbero "spinti fuori" dalle loro città.

Il Federation Council, il Comune che rappresenta la comunità di Corowa, ha dichiarato il proprio sostegno alla diversità culturale, rifiutando con fermezza queste manifestazioni di razzismo estremo. "L'incitamento all'odio, in qualsiasi forma, è semplicemente inaccettabile e, come dimostrato dai membri della nostra comunità che si sono riuniti in gran numero per chiedere al gruppo di lasciare Corowa, questo tipo di comportamento divisivo qui non è tollerato", ha affermato una portavoce del Comune.

 Nonostante la presenza della polizia, che ha disperso i manifestanti, non sono stati effettuati arresti, anche se le indagini sull'episodio sono ancora in corso. Una residente di Melbourne, originaria di Corowa, ha raccontato di essere rimasta sconvolta dal sentire i canti "white man, fight back" mentre si trovava nei pressi di un giardino comunitario vicino alla strada principale. "È una piccola città tranquilla, quindi è insolito sentire qualcosa provenire dalla strada principale, ma ascoltare quei canti è stato sconvolgente", ha dichiarato.

 Durante il raduno, Sewell ha accusato le aziende straniere di acquistare attività locali per licenziare i residenti e "importare manodopera a basso costo dal Terzo Mondo per sostituirli". "Le persone che stanno distruggendo questo Paese lo fanno per avidità e per odio verso noi australiani bianchi", ha aggiunto.

La premier del Victoria Jacinta Allan ha condannato recisamente il raduno, ribadendo l'impegno dello Stato a rafforzare le leggi contro l'incitamento all'odio e ricordando che il saluto nazista è già stato vietato in tutte le manifestazioni pubbliche. "È una cosa vergognosa, codarda, offensiva e odiosa, e non c'è assolutamente posto per questo tipo di comportamento in nessuna parte della nostra comunità", ha affermato Allan.

Anche il premier del NSW Chris Minns ha espresso simili sentimenti. "Abbiamo un messaggio molto chiaro per questi estremisti di destra e neo-nazisti, che non provengono dal nostro Stato: non siete i benvenuti in New South Wales", ha dichiarato il premier. Minns ha ringraziato la polizia per aver disperso i manifestanti e ha invitato chiunque avesse informazioni sull'incidente a contattare Crime Stoppers.

Sussan Ley, vice leader dell'opposizione federale e rappresentante del collegio di Farrer, che include Corowa, ha definito "inaccettabile" la manifestazione dei suprematisti e ha sottolineato come questi gruppi estremisti stiano prendendo di mira le città regionali per "scioccare e provocare". Ley ha inoltre invitato le autorità federali e statali a prendere tutte le misure necessarie per smantellare queste organizzazioni estremiste e impedire che tali attività si ripetano.

"Non possiamo e non dobbiamo tollerare bande di teppisti mascherati che propagano odio in nessuna parte di questo Paese", ha affermato. Ley Ha anche sollecitato il governo a "raddoppiare" gli sforzi per contrastare questa radicalizzazione e fornire alle autorità tutto il sostegno necessario per prendere misure più severe.

L'incidente si verifica pochi giorni dopo che un autoproclamato neonazista è diventato la prima persona a essere condannata in base alle leggi del Victoria che vietano il saluto nazista in pubblico. Jacob Hersant, 25 anni, è stato condannato per il suo gesto la scorsa settimana ma la sua pena verrà stabilita definitivamente solo il prossimo 8 novembre.