ROMA - La Camera ha approvato la fiducia posta dal governo sulla manovra, con 211 voti favorevoli e 117 contrari, e il voto finale è previsto stasera verso le 22,30. Rispetto a quanto previsto, e per la prima volta nella storia repubblicana, il testo non farà un nuovo passaggio in commissione bilancio.
Uno dei punti dirimenti della manovra riguarda le pensioni, modificandone requisiti, importi e modalità di accesso.
Per quanto riguarda le minime, nel 2025 la legge di bilancio prevede un incremento di circa 1,9 euro al mese, passando da 614,77 euro a 616,67 euro. Per gli ultrasettantenni che versano in condizioni di particolare disagio, poi, si aggiungono ulteriori 8 euro al mese.
La principale novità introdotta riguarda il pensionamento anticipato per coloro che rientrano completamente nel sistema contributivo (ossia che versano i contributi a partire dal 1996). Attualmente si può lasciare il lavoro con 64 anni di età e 20 di contributi, se si raggiunge un assegno pari almeno a tre volte il minimo.
Dal prossimo anno, resta confermato che si può andare in pensione a 64 anni ma aumenta da 20 a 25 anni il requisito contributivo.
Un’altra novità introdotta dalla manovra riguarda la possibilità, per chi inizia a versare i contributi dal 2025, di incrementare il montante contributivo individuale versando all’Inps, volontariamente, una maggiorazione della quota di aliquota contributiva pensionistica a proprio carico, non superiore a due punti percentuali. La maggiorazione è deducibile dal reddito per il 50% dell’importo totale versato.
Secondo l’opposizione, questa misura sarà utilizzata solo dai pochissimi lavoratori che, all’inizio del percorso professionale, hanno una retribuzione alta. La legge conferma per il 2025 gli altri meccanismi per lasciare anticipatamente il lavoro, ossia quota 103 (62 anni di età e 41 di contributi, con assegno calcolato interamente con il sistema contributivo), opzione donna e Ape sociale (indennità erogata dall’Inps a soggetti in particolari condizioni).
Quanto all’adeguamento delle pensioni all’inflazione, la legge di bilancio ripristina il meccanismo più vantaggioso in vigore con il governo Draghi. Considerando l’aumento dell’inflazione dello 0,8%, per esempio, una pensione di 1000 euro passa a 1008, un importo di 1.500 euro sale a 1.512 euro e uno da 2.500 euro arriva a circa 2.520 euro.