WASHINGTON – La tensione nel Mar Rosso, conseguenza diretta del conflitto a Gaza, rischia di salire ulteriormente. Gli Houthi, che da settimane prendono di mira cargo e petroliere occidentali come rappresaglia verso Israele, hanno avvertito che continueranno a colpire ogni 12 ore.
Anche le navi militari di “ogni Paese” che cercherà di fermarli: una sfida agli Stati Uniti ed ai suoi nove alleati compresa l’Italia, che hanno risposto positivamente all’appello americano all’avvio di una coalizione per proteggere le imbarcazioni civili dal gruppo yemenita filo-iraniano.
Le nuove minacce dei ribelli sciiti e filo-iraniani hanno portato a un’accelerazione sui tempi: già domenica, vigilia di Natale, la fregata italiana ‘Virginio Fasan’, dovrebbe attraversare il canale di Suez. Il suo dispiegamento era stato inizialmente previsto per il prossimo febbraio, nella flotta della missione antipirateria dell’Ue, Atalanta: la novità è emersa dopo un colloquio tra il ministro della difesa italiano Guido Crosetto e Austin.
“Durante il colloquio” con Austin, ha riferito il ministro la Difesa, “è stata affermata l’importanza del principio di libera navigazione, valutato l’impatto sul commercio internazionale e discusse le possibili opzioni per garantire la sicurezza delle rotte marittime al fine di prevenire ripercussioni sull’economia internazionale, con pericolose dinamiche sui prezzi delle materie prime”.
I fondamentalisti Houthi hanno usato droni, barchini e missili per colpire le rotte commerciali sul Mar Rosso, arrivando persino ad assaltare e dirottare un mercantile, il 22 novembre. Una petroliera norvegese è stata centrata da un missile e la scorsa settimana una fregata francese ha abbattuto due droni lanciati contro una portacontainer. La fregata Fasan, dotata di missili Aster 30 e 15 in grado di garantire protezione in un raggio di 100 chilometri, potrebbe in futuro essere affiancata da una seconda nave italiana. L’iniziativa americana, denominata Operation Prosperity Guardian, non appare ancora strutturata, anche se Londra ha reso noto di aver inviato un cacciatorpediniere per la nuova task force.
Gli attacchi degli Houthi al trasporto marittimo internazionale sono “senza precedenti e inaccettabili”, aveva denunciato il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin durante un incontro virtuale con i rappresentanti di 43 Paesi, anche dell’Ue e della Nato, dedicato alla crisi nel Mar Rosso. Un’area in cui, secondo il Pentagono, il movimento yemenita ha effettuato raid con missili e droni sui mercantili di almeno 35 Paesi. All’appello di Washington per l’avvio di operazioni congiunte di sicurezza nel Mar Rosso avevano risposto positivamente Italia, Gran Bretagna, Francia, Paesi Bassi, Spagna, Norvegia, Bahrein, Canada e Seychelles.
Il principale negoziatore Houthi, Mohammed Abdulsalam, ha dichiarato che l’iniziativa multinazionale per salvaguardare la navigazione nel Mar Rosso non cambierà la loro posizione sul conflitto di Gaza. L’alleanza navale guidata dagli Stati Uniti è “essenzialmente inutile”, ha detto Abdulsalam, aggiungendo che tutte le acque adiacenti allo Yemen sono sicure, tranne che per le navi israeliane o per quelle dirette in Israele, a causa della “ingiusta guerra aggressiva contro la Palestina”. Un altro alto funzionario del gruppo ribelle Mohammed Ali al-Houth, ha però precisato che saranno anche “prese di mira le navi di qualsiasi Paese che si muove contro di noi” in quell’area.