BUENOS AIRES - C’è chi, come la stakanovista Silvina, ha scelto il percorso di 10 km e poi, non contenta, ha accompagnato i suoi amici in quello, non competitivo, di 3, godendosi la MaraTana due volte. Chi ha partecipato in gruppo, con il proprio circolo o associazione italiana, favorendo l’inclusione e la scelta solidale di “partire insieme e arrivare insieme”. E chi, come Sol e i suoi due figli – Massimo ed Emma – ma anche Maria Laura Golía, suo marito Pablo e la figlia Camila, hanno corso la MaraTana nel team de Il Globo, per affermare il loro sentirsi al tempo stesso italiani e argentini in ogni momento della vita. 

Da La Plata è arrivata persino la rappresentante del Comites locale Gladys Pezzato, con le sue sorelle, a dare man forte ai colleghi del Comites di Buenos Aires. Non potevano fornire una rappresentazione più completa della collettività italiana: valori familiari uniti a un forte spirito istituzionale. 

Una mattina di sole ha fatto da cornice alla maratona organizzata per il terzo anno consecutivo dal Consolato Generale d’Italia a Buenos Aires, che si è svolta ieri nel cuore del quartiere di Palermo.  

L’evento ha visto una grande partecipazione della comunità italiana (e non solo), con 4000 iscritti. Più i parenti e amici che facevano il tifo sulla linea d’arrivo, gridando frasi di incoraggiamento in italiano e spagnolo.

“Ce l’hai fatta!”, ripeteva a tutti Carolina Rossi, atleta, allenatrice e cronista, posizionata sulla linea d’arrivo, mentre le medaglie-ricordo  aspettavano i partecipanti, una volta tagliato il traguardo. Il monumento rappresentato per l’edizione 2025 è Palazzo Alvear, da 100 anni sede dell’ambasciata italiana.

La giornata si è così trasformata in una vera festa dello sport, della cultura e della solidarietà, lasciando da parte – almeno per un giorno – le polemiche politiche e le incertezze sulle nuove norme per trasmettere e acquisire la cittadinanza italiana. L’ennesima prova che la MaraTana non è solo una competizione sportiva, ma un’occasione di aggregazione per la comunità italoargentina.

Il Comites di Buenos Aires con Carmelo Barbera e a Carolina Rossi (in verde, accovacciata).

Lo spiega bene Mariel Pitton Straface, direttrice artistica del corpo di ballo Radici, che riunisce persone di diversa età, accomunate dalla voglia di studiare e diffondere le danze tradizionali italiane, dalla quadriglia alla pizzica. “Abbiamo partecipato in gruppo – racconta –. Abbiamo camminato, percorrendo tutti insieme l’itinerario. Abbiamo anche coinvolto i nostri famigliari. Per noi che diffondiamo tutto il tempo la cultura e le tradizioni italiane, questa è un’occasione di condivisione da un altro punto di vista. C’è lo sport, certo, ma anche un momento di festa, benessere, convivialità”. 

L’evento ha unito mondo della politica, delle istituzioni e società civile. C’era Darío Signorini, presidente del Comites, raggiante per il recente avanzamento, nella Legislatura porteña, del suo progetto sul Museo dell’immigrazione italiana. Le possibili proteste per il decreto legge sulla cittadinanza non si sono verificate. Come dire che, anche quando il dibattito e lo scontro politico si alzano di tono, ci sono cose che non si toccano. E la MaraTana, ormai, è diventata una di queste. 

“Abbiamo manifestato sabato davanti all’ambasciata – spiega –. Farlo oggi sarebbe stato fuori luogo. Oggi deve prevalere la festa e lo spirito unitario che ci contraddistingue”.

Maria Laura Golía, del Circolo Albidonese, con la famiglia. Al centro, Alejandro D’Alotta del club sportivo Vélez Sarfield.

All’evento hanno partecipato anche i dirigenti del Circolo Italiano, con il vicepresidente Francesco Tosi in testa, e i presidenti  – e i membri – delle tante associazioni regionali della città, come l’Unione Ossolana (piemontese), la Friulana e la Calabrese.

Per il primo anno, è stata presente con uno stand la scuola italiana Cristoforo Colombo, che ha formato generazioni di studenti italoargentini. Un segno di come le scuole paritarie siano da sempre un presidio di diffusione della lingua e della cultura italiana in Argentina.

Per l’occasione i docenti avevano portato materiali sull’arte italiana creati dagli studenti e alcuni pezzi del fornitissimo laboratorio di scienze, come un microscopio per osservare gli insetti. “Da quest’anno ci siamo aperti alla comunità – spiega la preside Milena Panaro – con iniziative, corsi, conferenze, presentazioni rivolte anche a chi non studia da noi”. La presenza dell’istituzione alla MaraTana è un segnale di questa utile apertura: saperi, professionisti, materiali bibliografici che diventano bene comune, patrimonio collettivo.

Gladys Vezzato del Comites di La Plata con le sue sorelle.

Pensata come un’occasione per tutta la famiglia, la MaraTana ha offerto tante attività dedicate ai più piccoli: tra queste un laboratorio ideato dai pompieri de La Boca (corpo volontario di origine italiana) con un percorso-gioco che simulava un’operazione antincendio, con tanto di bambini con caschetto protettivo, alle prese con minicamion e pupazzi da salvare. Un modo giocoso per trasmettere ai più piccoli quella cultura della sicurezza che, in un’emergenza, può fare la differenza.

E se i bambini rappresentano la generazione che costruirà – dentro e fuori i confini – la “nuova italianità”, non poteva mancare un richiamo alle radici, con lo stand del Museo de la Inmigración che permette agli interessati, grazie al suo database, di risalire al giorno e al bastimento da cui sono sbarcati i propri antenati che per primi hanno messo piede sul suolo argentino. In cerca di quel futuro migliore che hanno costruito con il lavoro e il sacrificio.

La lunga coda che si è formata davanti alle postazioni ci fa capire quanto sia ancora forte il legame con quelle radici che affondano in Italia, ma che hanno dato frutti qui.

Il percorso ideato dai pompieri de la Boca per i bambini.

Figure come l’attore Gabriel Corrado e la cantante Ana Fontán hanno rappresentato invece la grande influenza che ancora oggi ha l’italianità nell’ambito dello spettacolo. 

Tra i corridori di questa edizione c’erano il giornalista sportivo Daniel Arcucci – ormai un habitué della gara – e Alejandro D’Alotta, del Club Vélez Sarfield. La loro presenza, come testimonial, è importante per diffondere, insieme con l’identità italiana, anche la cultura di uno stile di vita salutare: movimento, tempo passato all’aria aperta, nella natura. E alimentazione sana. Quella costituita dalla dieta mediterranea: verdure, legumi, pesce, poca carne e carboidrati senza esagerare. Che non significa non potersi concedere qualche “strappo”, soprattutto se di qualità. 

A rappresentare questo approccio all’alimentazione, c’erano i piatti cucinati ai cuochi del collettivo BACI – Cuochi Italiani Buenos Aires: pasta al ragù o al gorgonzola, preparata “in diretta”. Ai fornelli gli chef Alberto Giordano (Ike Milano), Leonardo Fumarola (L’Adesso) e Federico Scoppa (Core), mentre Mauro Lacagnina (Pasta) ha partecipato anche come corridore. 

I cuochi e imprenditori gatronomici Federico Scoppa e Alberto Giordano.

Il vespino di Vespress offriva invece buonissimo caffè espresso e cannoli siciliani per i più golosi. E per rinfrescarsi si potevano assaggiare le bibite del marchio Terma. 

Il momento più atteso è stato il sorteggio dei due voli Ita Airways per l’Italia. Felicissimi i due vincitori, uno dei quali (tra l’altro uno dei primi iscritti, con il pettorale numero 8) non è riuscito a nascondere l’emozione.

Ha raccontato tra le lacrime di aver chiesto allo spirito di Diego Maradona di aiutarlo a vincere il biglietto, per poter finalmente conoscere la terra della sua bisnonna, emigrata da Belluno. “Ma andrò anche a Napoli”, ha voluto precisare. 

Commossa almeno quanto lui, Alejandra Almirón, direttrice vendite di Ita in Argentina. “Non pensavo che avrei reso tanto felice una persona – ha detto –. È una bellissima sensazione e una grande soddisfazione”. 

L’emozionatissimo vincitore del  biglietto di ITA Airways per l’Italia.

Anche quest’anno la MaraTana 2025 ha convocato un grande e vario pubblico, consolidando il suo ruolo come evento simbolo di aggregazione sociale e della comunità italiana di Buenos Aires, unendo sport, cultura e solidarietà. L’ennesima prova che, dopo tre edizioni di successo, la manifestazione “è arrivata per restare”, come aveva anticipato il giorno della presentazione il Console Carmelo Barbera. L’appuntamento, quindi, è già fissato per il 2026. Con nuovi sponsor, nuove sorprese, una nuova maglietta. E un itinerario da scoprire, alla ricerca delle tracce di italianità nei luoghi simbolo di Buenos Aires.