Durante l’evento organizzato al Canada Bay Club, sabato scorso, dalla National Italian Australian Women’s Association (NIAWA) e dalla Società Dante Alighieri per la Giornata Internazionale della Donna,  Melina Marchetta, rinomata scrittrice italo-australiana, ha raccontato non solo del suo percorso letterario ma anche del profondo legame con il suo retaggio culturale.

Marchetta, nata a Sydney da una famiglia di immigrati italiani, ha tracciato un percorso letterario che esplora le complessità dell’identità e dell’appartenenza. Il suo romanzo più celebre, “Looking for Alibrandi”, pubblicato nel 1992, non solo è diventato un bestseller nazionale e successivamente un film scritto dalla stessa autrice, ma è stato anche una pietra miliare per gli studenti australiani, risuonando profondamente con tematiche di ricerca dell’identità e della libertà.

La scrittrice ha condiviso riflessioni profonde sulla Giornata Internazionale della Donna, evidenziando il ruolo cruciale delle donne migranti nella società australiana e la loro capacità di ricominciare da capo. Ha parlato del suo viaggio in Italia a 19 anni, un’esperienza che, sebbene non abbia portato all’epifania culturale sperata, ha risvegliato in lei una profonda passione per il racconto e la storia familiare.

E proprio il suo legame con la storia familiare è diventato il fulcro del suo processo creativo, narrando le vite di tre generazioni di donne nella sua famiglia e illuminando la complessità dell’esperienza italo-australiana con autenticità e calore.

Durante l’evento, Marchetta ha espresso la sua ammirazione, con riflessioni profonde, a ribadire l’importanza delle donne migranti nella società australiana: “Per me, la Giornata Internazionale della Donna ha un significato profondo, su molti livelli. Ammiro molto le donne migranti che sono venute in questo paese e hanno ricominciato da capo. Oggi sono a questa conferenza con mia figlia Bianca e mia madre Adelina” ha detto Melina, sottolineando l’importanza del coinvolgimento generazionale e del rapporto delle persone più anziane con le generazioni di giovani. Ha poi esplorato la complessità del sentirsi divisi tra due culture, un tema ricorrente nelle sue opere. Una delle domande poste dal pubblico verteva proprio sul suo processo personale di apprendimento e scoperta riguardante il suo patrimonio culturale. “C’è qualcosa che hai fatto per rendere un po’ più semplice avere questa sorta di doppia identità italo-australiana, magari a tua figlia o ai tuoi nipoti?” ha chiesto una partecipante.Marchetta ha risposto con sincerità e riflessione: “Sì, semplicemente non vergognarsi di tutto ciò che appartiene alla propria cultura, come per esempio i nomi che sono così importanti!”. La sua risposta ha sottolineato l’importanza di abbracciare con orgoglio ogni aspetto della propria eredità, riconoscendo che le piccole cose, come appunto i nomi, sono fondamentali nell’affermazione della nostra identità culturale.

Un evento quello di sabato che ha riaffermato l’importanza del dialogo culturale e dell’espressione letteraria nella costruzione di ponti tra le comunità. Melina Marchetta, attraverso le sue parole e la sua opera, rimane una fonte di ispirazione, invitando tutti a celebrare la propria eredità con orgoglio e senza ri-serve.