SYDNEY - Centinaia di persone hanno partecipato ieri a un raduno “Australia first” a Sydney, sfidando gli appelli delle autorità a non scendere in piazza a una settimana dall’attacco terroristico di Bondi Beach, costato la vita a 15 persone.

La manifestazione si è svolta a Surry Hills proprio nel giorno dichiarato di lutto, con un minuto di silenzio previsto alle 18.47 in memoria delle vittime.

Tra i presenti anche l’ex deputato dei Nazionali Barnaby Joyce, passato recentemente a One Nation, che ha preso la parola davanti a una folla che sventolava bandiere australiane e, in alcuni casi, israeliane. Joyce ha respinto l’etichetta di “marcia”, definendo l’iniziativa un semplice “incontro”. “Voglio che il popolo australiano si alzi in piedi, che porti avanti la torcia e che lotti”, ha detto. “Dobbiamo assicurarci che si passi all’azione e che chi vuole farci del male venga rimandato da dove è venuto”.

Le parole hanno acceso ulteriormente un clima già carico di tensioni. In precedenza, il premier del New South Wales Chris Minns aveva lanciato un appello diretto affinché la manifestazione non si tenesse. “Non è il momento. Non fatelo”, aveva detto in un’intervista televisiva. “In questo momento le persone stanno seppellendo i loro morti e la comunità si sta stringendo nel dolore. La comunità ebraica è riunita per piangere una perdita enorme”. Minns ha avvertito che iniziative del genere rischiano di far degenerare una situazione già “indiscutibilmente esplosiva”.

La polizia del NSW ha confermato che era stata presentata una richiesta formale – il cosidetto Form 1 – per autorizzare il raduno, ma che la domanda era stata respinta. Di conseguenza, le autorità hanno avvertito che chiunque avesse partecipato avrebbe potuto essere denunciato. “Senza autorizzazione, l’evento non è legalmente protetto e i partecipanti possono essere ritenuti responsabili per ostruzione e assemblea illegale”, ha reso noto la polizia, annunciando un rafforzamento della presenza sul territorio nell’ambito dell’Operazione Shelter. Ad ogni modo non sono stati registrati incidenti.

Con l'occasione, il premier Minns ha confermato l’intenzione di richiamare il parlamento statale lunedì per introdurre nuove leggi su proteste e armi. Le riforme prevederebbero poteri straordinari per vietare le assemblee pubbliche in aree specifiche, o addirittura in tutto lo Stato, dopo una dichiarazione di terrorismo. “Sono poteri eccezionali, mai visti prima in Australia”, ha detto Minns, sottolineando la necessità di prevenire ulteriori rischi per la sicurezza pubblica.