SYDNEY – L’ex leader laburista federale Mark Latham, poi diventato deputato di One Nation nel Parlamento del New South Wales e ora indipendente, ha negato le esplosive accuse di abusi domestici mosse nei suoi confronti dall’ex partner, Nathalie Matthews.
Matthews, un’imprenditrice iscritta al Partito liberale, per il quale è stata candidata alle elezioni comunali, ha chiesto un ordine del tribunale per impedire a Latham di avvicinarsi a più di 100 metri da lei e la questione è destinata ad approdare in tribunale al Downing Centre, entro il mese.
La polizia del New South Wales non ha aperto un fascicolo d’indagine. Latham, che è stato alla guida dei laburisti federali dal 2003 al 2005, prima di guidare One Nation nel NSW, ha respinto categoricamente le accuse.
“Il quotidiano The Australian ha pubblicato articoli basati sulle accuse di Nathalie Matthews, che sono comicamente false, oltre che ridicole”, ha scritto Mark Latham sul suo profilo social. “Come dice il detto: non c’è furia all’inferno pari a quella di una donna disprezzata”, ha concluso il parlamentare indipendente.
Matthews ha accusato Latham di abusi continui, manipolazione e comportamenti sessuali degradanti. La donna sostiene che Latham le abbia fatto pressione affinché avesse rapporti sessuali con altri e che la obbligasse a chiamarlo “master”.
La leader di One Nation, la senatrice Pauline Hanson, interpellata da Sky News martedì, ha detto che “la violenza domestica è deplorevole, e ogni caso andrebbe indagato e perseguito”. “Non ero al corrente delle accuse nei confronti di Latham, che ora sono davanti al tribunale, e pertanto non farò ulteriori commenti”, ha aggiunto Hanson.
Le rivelazioni arrivano dopo che il tribunale ha ordinato a Latham di pagare un risarcimento danni da $140.000 al deputato indipendente Alex Grenwich, che lo aveva querelato per diffamazione a seguito di un messaggio omofobo sui social media. Il premier statale Chris Minns lo scorso mese ha definito Mark Latham il più “vergognoso bigotto” dello Stato.