Non sarà un quartiere della Rive Gauche, area alla sinistra della Senna che delimita i quartieri storici più apprezzati di Parigi dove l’arte e la cultura la fanno da padroni, ma Marrickville può dire comunque la sua. Secondo Time Out, rivista online specializzata nell’intrattenimento e nell’organizzazione del tempo libero nelle città di tutto il pianeta, Marrickville è fra i primi 40 quartieri più cool del mondo. Esattamente il decimo. La perla dell’Inner West ha surclassato tantissime capitali mondiali che, nell’immaginario comune sono solitamente visti come posti molto più attraenti in cui vivere. Se si pensa che lo scorso anno neanche un quartiere di Sydney fu inserito nella lista, si capisce quanto quest’area sia cambiata negli ultimi mesi nonostante il COVID-19.
Secondo quanto riportato dall’analisi svolta dalla rivista, che ogni anno analizza le risposte di residenti di centinaia di migliaia di quartieri delle città di tutto il mondo, tra le domande gli intervistati esprimono la loro opinione sugli aspetti più sopravvalutati del luogo in cui vivono, nonché sui luoghi più sottovalutati e sui quartieri che meritano di essere riconosciuti tra i migliori al mondo, ad avere un impatto estremamente positivo sulla qualità della vita dell’area è stato l’allentamento delle restrizioni. Quelle del COVID-19? No, quelle del lockdown commerciale che prevedeva, fino allo scorso anno, l’impossibilità di accedere a locali pubblici dopo una certa ora e imponeva numerose restrizioni sulla vendita degli alcolici.
Una menzione speciale per essere così cool, a dire il vero, un po’ la possono rivendicare anche gli emigrati della comunità italiana che, proprio in quell’area, per anni sono stati presenti in grandissimo numero e hanno contribuito a renderla una piccola perla europea insieme alle comunità portoghese e greca, fra le più popolose dell’area. La stessa chiesa di Santa Brigida è ancora uno dei cuori pulsanti della comunità dei fedeli italiani che proprio lì portano anche avanti la tradizione natalizia del presepe.
Ma Marrickville è anche la casa di uno dei politici più noti d’Australia, il leader dell’Opposizione laburista in parlamento federale, Anthony Albanese, che fra una battaglia e l’altra a Canberra, ha trovato modo di far giungere la sua soddisfazione al quartiere: “Ho praticamente trascorso in zona tutta la mia vita. Ho vissuto in tre case diverse a Marrickville. La casa che ho comprato era nella stessa strada in cui vivo adesso. E ho vissuto in tre posti molto vicini l’uno all’altro. Ho visto il quartiere cambiare anno dopo anno. Ma ha mantenuto sempre il suo carattere, soprattutto quella multiculturalità che l’ha caratterizzato dalla fondazione. E poi, Marrickville è la capitale australiana della birra artigianale”.
Il sondaggio di Time Out rivela come in realtà un po’ in tutta Sydney la qualità della vita, così come percepita dai cittadini, sia migliorata. Almeno per quanto riguarda gli aspetti più sociali, culturali e di intrattenimento che rendono più o meno attraente la vita di un quartiere. L’Inner West di Sydney fa decisamente un passo in avanti importante nella sua fama australiana e, forse, anche in quella internazionale visto che proprio quest’anno nella stessa zona sono nate la Little Portugal e la Little Italy di Sydney. Ma c’è da dire, però, che con il suo decimo posto Marrickville non è l’unico quartiere australiano nella lista dei 40. E in verità neanche il primo di quelli Down Under. Il primato infatti va a Yarraville, sobborgo della parte occidentale di Melbourne, che si piazza al quinto posto dei quartieri più cool del mondo.
E l’Italia? In classifica entra solo un quartiere: Porta Venezia, a Milano, raggiunge il 35esimo gradino. Dietro tutte le altre capitali europee e anche di molte asiatiche. Un risultato che non fa molto onore al Bel Paese ma che fa il paio con quanto successo per classifiche simili lo scorso anno dove, ad esempio, nella lista dei migliori bar del mondo gli unici italiani presenti nelle prime cinquanta posizioni furono solo quelli di Sydney. Buon segno per la capitale del New South Wales, ma brutto per un Paese come l’Italia che ha sempre fatto della sua bella vita una delle attrazioni più invidiate e meno imitabili del mondo. Almeno fino a qualche anno fa.