KIEV – Massicci attacchi aerei russi hanno tempestato le infrastrutture energetiche dell’Ucraina, mutilando ulteriormente una rete elettrica già gravemente in affanno, e colpendo poi in pieno giorno anche zone residenziali ad alta densità a Kharkiv, la seconda città del Paese, provocando la morte di tre civili. Attacchi che hanno strappato un commento indignato al presidente Volodymyr Zelensky, secondo il quale è ora di mettere fine a questo stillicidio di attacchi terroristici, consentendo all’Ucraina di poter colpire preventivamente gli aerei e le postazioni di lancio in territorio russo.

“Sono necessarie decisioni coraggiose dai nostri partner, in modo che possiamo colpire i terroristi russi e gli aerei da combattimento dove si trovano”, ha detto il presidente ucraino, riferendosi alla ritrosia passata e presente di molti alleati occidentali, inclusi gli Stati Uniti, alla fornitura di armi a lungo raggio capaci di colpire in territorio russo.

Secondo Zelensky, l’Ucraina ha già dimostrato che è possibile proteggere la vita delle persone dai missili, “ripulendo le zone di lancio oltre il confine”. Ma è necessaria anche la protezione contro le bombe. Abbiamo bisogno di determinazione”, ha aggiunto.

I raid missilistici e di droni che hanno bersagliato tutto il Paese durante la notte fra venerdì e sabato hanno colpito centrali e reti di distribuzione nel sud, nella regione di Zaporizhzhia, dove fra l’altro sorge l’omonima centrale nucleare occupata dalle truppe russe, e anche nel lontano ovest, vicino a Leopoli.

Stando al ministero della Difesa di Kiev, Mosca ha lanciato almeno 16 missili da crociera da terra, dalle sue navi e dagli aerei, oltre a 13 droni d’attacco kamikaze, per lo più concentrati sulla rete energetica, e le forze di difesa aerea ne avrebbero abbattuti tutti tranne quattro. Si tratta, spiega Kiev, dell’ottavo attacco combinato contro l’energia in soli tre mesi.

“Colpiti con attacchi di precisione i servizi energetici che alimentano l’industria bellica”, e presi di mira anche “depositi di munizioni” e di “armi di produzione occidentale”, secondo uno scarno bollettino del ministero della Difesa russo.