Non sembra volersi arrestare, cominciare a lavorare per sottrazione, risparmio. Intende piuttosto riprendere il suo percorso di coraggio, ritornare a raccontarsi con rinnovata sincerità. Istrionico, ambizioso, Massimo Ranieri asseconda ancora la sua passione incontenibile per l’arte, ormai da sessant’anni. 

Emblema di un’ostinazione creativa, di un fuoco che non vuole spegnersi mai, porterà il suo celebre spettacolo Tutti i sogni ancora in volo anche in Australia, dopo circa trent’anni di assenza Down Under.

“Ho desiderato per così tanto tempo di ritornare in questo continente sconfinato che ho amato tantissimo – racconta Massimo Ranieri in una nostra intervista telefonica –. Quando misi piede per la prima volta in Australia, precisamente cinquant’anni fa, mi sentii proprio come i miei connazionali lì: un emigrante. Questo lungo viaggio, in questa terra infinita, meravigliosa. Ricordo di aver sorvolato Darwin con l’aereo e di aver esclamato: ‘Ah, finalmente siamo arrivati!’. E, invece, mancavano ancora altre otto di viaggio per giungere a Melbourne. Non finiva mai quella sterminata tenuta di alberi, di verde; mi sconvolse la sua bellezza e la sua immensità”.

“E poi, non riuscivo mai a capire dove mi trovassi, mi chiedevo sempre che ora fosse in Italia. Il mio problema era solo a che ora poter chiamare i miei genitori! A Melbourne era mattina e a Napoli era già notte; era molto divertente questa cosa – continua ridendo –. Ma fu un’avventura bellissima. Quello degli italiani in Australia fu un abbraccio enorme, carico di affetto, ancora lo ricordo”.

Il celebre artista sarà a Melbourne il prossimo 18 aprile per il suo primo intimo spettacolo a The Palms At Crown, nel cuore della capitale del Victoria, e la sera successiva a The Palais Theatre a St Kilda; l’ultimo concerto del tour in terra australiana avrà luogo il prossimo 21 aprile, nella prestigiosa cornice della Sydney Opera House.

“Ho sognato per quasi trent’anni di mettere piede in questo teatro – continua emozionato –; lo guardavo ogni volta che venivo in Australia e mi chiedevo sempre se un giorno sarei riuscito a esibirmi sul suo palcoscenico. L’ho sognato tanto e oggi il sogno si realizza, e ne sono molto felice. La Sydney Opera House è un gioiello; mi mancava nella mia collana di perle dei tantissimi teatri in cui mi sono esibito nel mondo”.

Il tempo scorre inesorabile e le riflessioni sulla vita continuano a moltiplicarsi, anche per Massimo Ranieri che, a più di mezzo secolo dall’inizio della sua carriera, continua a sentire il bisogno di esprimersi in musica e a descrivere “i momenti luminosi e i dolori dell’anima” che hanno rappresentato la sua avventura umana e professionale. Gli errori, le vittorie, gli amori finiti, le sconfitte, in un mondo che continua a cambiare, mentre la sua determinazione nell’andare avanti non affievolisce.

“Ho iniziato a cantare per bisogno, per portare soldi a casa, mai avrei immaginato di farlo per mestiere; non era nei miei pensieri sinceramente. Oltre a fare il ragazzo del bar – portavo i caffè in giro –, facevo qualche cantata nei negozi del mio quartiere e la gente mi dava la mancia, dieci o venti lire. Arrotondavo la giornata – racconta malinconico –. Quella era un’altra Napoli, un’altra storia. Tutto è cambiato, il mondo è cambiato, però i ricordi li porti dentro tutta la vita. Era un’Italia povera, ma carica di sentimenti, di volontà di lavorare, di andare avanti. All’epoca c’era un’umanità che sembra essere sparita ormai. Noi lavoravamo e portavamo i soldi a casa, ‘buttavamo il sangue’ per guadagnare un po’”.

E mentre si prepara al suo lungo viaggio in Australia, “per portare un briciolo di Italia a tutti i connazionali che hanno lasciato il Belpaese, perché stare lontani dalla patria è dura”, Massimo Ranieri continua a impegnarsi nella creazione del suo nuovo album, di nuovo in collaborazione con Gino Vannelli.

Massimo Ranieri in una foto recente

“Al di là di alcuni brani scritti da Pino Donaggio, Ivano Fossati, mi sono arrivate tantissime canzoni scritte da giovani autori che si esprimono con un linguaggio diverso rispetto ai miei tempi. Mi piacciono molto, mi divertono e aprono in me un entusiasmo che non avevo quasi più – spiega l’artista –. Questi ragazzi sono molto intelligenti, sensibili, scrivono ancora con carta e penna. Ma alla fine, nonostante l’età, i sentimenti sono sempre gli stessi: l’amore è sempre quello, non cambia”.

Artista amatissimo, tra i pochi a saper cavalcare con maestria i cambi generazionali, Massimo Ranieri ammette di “non voler diventare maturo”, ma di voler continuare a divertirsi perché “Napule è ‘nu teatro antico, sempre apierto”, come recitava Eduardo De Filippo, e questo sembra essergli rimasto dentro.

“Il segreto sta nell’amare quello si fa: è ciò che ripeto sempre ai giovani. La gente avverte la tua dedizione, sente che lo fai con passione e ti ricompensa. I teatri sono pieni, il pubblico ti ascolta, viene ai tuoi concerti, ti segue alla radio. È solo questo: la passione, l’impegno di tutti i giorni, dentro e fuori scena – racconta commosso –. E poi, non bisogna mai smettere di sognare. Un altro sogno che si realizza sarà esibirmi alla Sydney Opera House, ma anche pubblicare il prossimo album con Gino Vannelli, sperando che sia bello come i precedenti. Mai fermarsi; poi se il sogno non si avvera, non fa nulla, ma intanto ti aiuta a vivere, ad andare avanti”.