La roadmap verso la “normalità” che porterà alle prime libertà quando il New South Wales raggiungerà il 70% dei vaccinati con doppia dose, si spera già a metà ottobre, è un primo passo verso la nuova era post Covid. Ma non per questo mette tutti d’accordo.

Il settore della ristorazione e quello dei grandi eventi ha accolto con favore la volontà di riaprire del governo statale, ma non tutti sono felici delle regole meno restrittive che entreranno in vigore.

Se da un lato per i locali di piccole dimensioni l’apertura al 70% dei vaccinati rappresenterà un passo in avanti sostanziale che consentirà loro di riprendere l’attività a una capienza molto vicina a quella massima, le grandi strutture continueranno a soffrire.

In particolare, ad accusare il colpo maggiore, saranno quegli esercizi commerciali che vedono nelle feste matrimoniali la loro attività principale.

Per loro, infatti, a differenza di quanto avviene per gli altri ristornati o locali, la capienza massima non sarà dettata dalla capacità del locale considerando la regola di “un cliente ogni 4 metri quadrati”, né potranno lavorare al 75% della potenzialità, bensì saranno legati al tetto massimo di ospiti imposto per i matrimoni.

Il governo statale, infatti, ha previsto un che ci sia la possibilità di celebrare le nozze con un evento a ristorante, ma gli invitati possono essere solo 50. A prescindere da dove si festeggia. Ed è questo il punto che più fa arrabbiare gli esperti del settore perché, in realtà, come successo prima dell’arrivo della variante Delta, secondo loro ci sono locali che, con i piani covid-safe, potrebbero ospitare molte più persone.

Il riferimento ad attività come cinema, teatri, galleria, musei, che, invece, sono autorizzati a lavorare con una capienza ridotto al 75% , viene immediato, soprattutto da parte di lega la sua attività commerciale quasi esclusivamente ai matrimoni.

È il caso del gruppo Navarra che, per bocca del suo direttore generale Giovannino Navarra, giudica “ingiuste e discriminatorie” le regole imposte per le attività che lavorano in questo ambito, in confronto a quelle del resto del settore. “Perché non possiamo riaprire con il 75% della capienza o calcolando i posti in base alla regola di “un cliente ogni tot mq?”, si chiede Navarra che aggiunge: “Se i nostri dipendenti, i nostri fornitori e i nostri clienti sono tutti vaccinati, allora che differenza passa fra 50 o 500 clienti? Perché penalizzare chi sta organizzando un evento che non si ripete nella vita? Chiediamo al governo statale di ascoltare le nostre ragioni e dare ai residenti del NSW un po’ di relax dopo questo lungo lockdown”.

Sulla stessa linea anche il gruppo Doltone House che invita il governo a riconsiderare la sua posizione per quanto riguarda i matrimoni che, secondo il direttore esecutivo del gruppo, Paul Signorelli, “potrebbero rappresentare un’occasione per sostenere la campagna vaccinale. Gli sposi, infatti, potrebbero convincere familiari e amici non vaccinati a prenotare la propria dose proprio in vista del matrimonio”.

Aumentare il numero di invitati potrebbe essere essenziale per quella parte del settore legata ai grandi eventi, anche perché, rispetto allo scorso, quest’anno i grandi gruppi pagheranno un altro scotto: quello delle feste aziendali di natale. “Non c’è tempo per le grandi aziende per organizzare celebrazioni che, di solito, sono messe a punto con tre o quattro mesi di anticipo, per questo – dice Signorelli – ci aspettiamo un calo drastico anche su questo versante”. 

La ripartenza del settore, questa volta, sembra possa essere più lenta e problematica dello scorso anno. E ancora non c’è certezza di cosa succederà quando, invece, il New South Wales arriverà all’80% dei vaccinati con doppia dose. 

Ci saranno maggiori libertà, questo sì, ma anche restrizioni e limitazioni con cui bisognerà fare i conti, anche quelli della cassa. 
Non è detto che i grandi eventi, come i matrimoni o le feste delle aziende con centinaia di dipendenti possano riprendere come un tempo. Ma, per saperne di più, bisognerà attendere un paio di settimane, poi, il governo Berejiklian dovrebbe annunciare quello che sarà il futuro dello Stato, dei residenti, e dei diversi settori produttivi quando si arriverà all’80% dei vaccinati.