ROMA - Sono cinque anni che Willy Monteiro Duarte non c’è più, da quella notte tra il 5 e il 6 settembre 2020, in cui la vita del ventunenne fu spezzata mentre cercava di difendere un amico e di placare gli animi per evitare che scoppiasse una rissa.  

Colleferro si è raccolta per ricordarlo, insieme al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha usato parole commosse ma ferme: “È un nostro ragazzo, ucciso da una violenza cieca, insensata e brutale”. 

Duarte, di origini capoverdiane, fu aggredito e ucciso dai fratelli Marco e Gabriele Bianchi durante una rissa che cercava di placare. Il suo brutale pestaggio da parte dei due, allenati nelle arti marziali, è durato circa venti minuti e suscitò forte indignazione a livello nazionale. Nei vari gradi di giudizio Marco Bianchi è stato condannato all’ergastolo, mentre Gabriele ha ricevuto una pena di 28 anni grazie al riconoscimento delle attenuanti generiche. 

Il Capo dello Stato ha definito Willy un “italiano esemplare” e ha citato Martin Luther King, lanciando un monito ai giovani e a tutta la comunità: “l’odio moltiplica l’odio, la violenza moltiplica la violenza”.  

Tra applausi e silenzi commossi, il presidente è arrivato accolto dal sindaco Pierluigi Sanna e ha incontrato in forma privata la madre e la sorella del giovane, Lucia e Milena Monteiro Duarte.  

Poi ha preso posto in prima fila, accanto alle autorità locali, mentre alle loro spalle si sono sistemati i compagni di scuola di Willy, gli studenti dell’istituto Vinciguerra. 

“Willy è un italiano esemplare: per questo è stato insignito alla memoria della medaglia d’oro al valor civile”, ha ricordato Mattarella, sottolineando come la violenza non sia forza ma debolezza e invitando i giovani a riflettere sui linguaggi tossici dei social, “dove il diverso viene spesso percepito come nemico”. 

La madre, visibilmente commossa, ha preso la parola ringraziando il Capo dello Stato: “Non vogliamo che sia ricordato come un eroe, ma come un ragazzo semplice e amico di tutti. Il messaggio che portiamo avanti da cinque anni è vivere con la pace nel cuore, senza odio, perché l’odio e la vendetta portano solo altro dolore e impediscono di vedere le cose belle”.