ROMA - “È singolare che l’innalzamento dell’aspettativa di vita e quello dell’età media della popolazione come conseguenza dell’inverno demografico si traducano in un più lento, e sovente più arduo, inserimento nella società, nel mondo del lavoro. Nella fascia d’età compresa tra i 20 e i 34 anni lo scarto sul mercato del lavoro nazionale rispetto alla media dell’Unione Europea è di 13 punti percentuali a danno dei giovani italiani. Questo squilibrio accresce i rischi di emorragia verso l’estero di energie preziosissime. Non sono gli egoismi e le chiusure a promuovere e governare crescita e progresso”: un discorso a tutto campo, quello del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha ricevuto al Quirinale i Cavalieri e gli Alfieri del lavoro. 

E per quanto riguarda l’economia e le prospettive sul futuro del Paese, il capo dello Stato sollecita a tenere alta l’attenzione sul mondo del lavoro e sulla considerazione che si ha del Belpaese all’estero: “L’Italia è tornata a crescere. Se consideriamo gli ultimi cinque anni, il Pil nazionale è aumentato percentualmente più di quelli francese e tedesco. L’occupazione cresce, e così i contratti di lavoro a tempo indeterminato”. “I dati di Bankitalia certificano un balzo del nostro Paese: la posizione netta sull’estero, a giugno di quest’anno, era creditoria per circa 225 miliardi di euro. Una dimensione enorme: il 10,5% del Pil. Irragionevole non venga notato dalle agenzie di rating nel valutare prospettive e affidabilità dell’economia italiana”.

Mattarella tuttavia non manca di sottolineare che sia necessario fare di più per aumentare la produttività, soprattutto nella pubblica amministrazione: “Alle istituzioni e alle politiche pubbliche - ha affermato il presidente della Repubblica - competono scelte importanti per colmare ritardi accumulati nel tempo: a cominciare dalla produttività, dal funzionamento della pubblica amministrazione, dalle riforme necessarie per far crescere le opportunità. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza è un’occasione straordinaria e, come tale, va colta appieno. Sono progetti propulsori, di integrazione e di fiducia tra i cittadini europei, per porci in sintonia con le scelte cui concorriamo nelle istituzioni comunitarie”. 

Ma bisogna essere fieri di quanto raggiunto, e davanti ai nuovi Cavalieri, Mattarella parla di entusiasmo e coraggio: “L’Italia non è seconda ad alcuno se - dato del 2021 - si registravano, nelle fabbriche, 13,4 robot ogni mille addetti, rispetto ai 12,6 in Germania e ai 9,2 della Francia. Occorre perseverare nella lungimiranza, col coraggio di disegnare il domani. Il domani, non soltanto il presente”. 
Per l’Italia a questo punto è “vitale l’apertura dei mercati e delle relazioni commerciali”. “Muoviamo dalla scelta europeista, che ci consente di partire da un mercato di circa 450 milioni di abitanti, lasciando alle spalle politiche protezionistiche o, peggio, autarchiche, di controllo dirigista. 

Non soltanto economia, commercio e piani di crescita ma anche sensibilità rispetto a un livello di qualità di vita dignitosa: “Perché sostenibilità non è solo l’obiettivo indispensabile della neutralità climatica. Sostenibilità significa anche operare per evitare che le trasformazioni del modello produttivo e di consumo creino fratture profonde nel tessuto sociale, pronte a trasferirsi nel tessuto civile della comunità. è il tema di un nuovo welfare che sappia confermare l’universalità dei diritti sociali affermati dalla Costituzione”

E, quindi, non farsi cogliere da sentimenti populisti, soprattutto nell’accoglienza degli immigrati: “Il lavoro è possente strumento di integrazione e penso ai tanti immigrati e alle necessità del mondo produttivo. Le imprese possono recare consistenza su questo terreno, spesso preda di paure irrazionali se non di eccitate fobie”.