PIAZZA ARMERINA (Enna) - Parole molto nette sulle politiche di accoglienza e sui patti europei che regolano la gestione dell’immigrazione, sono state pronunciate giovedì dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che intervenendo durante una visita in Sicilia insieme al presidente della Repubblica tedesco Frank Walter Steinmeier, ha definito “preistoria” il patto di Dublino, ancora in vigore in UE.

Quelle regole, ha detto Mattarella, “sono una cosa fuori dalla realtà”, portato da “un altro mondo”, quando “non c’era una migrazione di massa”. Oggi, ha proseguito,  “occorre invece uno sforzo insieme, prima che sia impossibile governare il fenomeno migratorio, in modo da affrontarlo con nuove formule”.

Insomma, l’Europa, spiega il Capo dello Stato, non si può sottrarre ad affrontare il problema con una “visione del futuro coraggiosa e nuova”, non con soluzioni “approssimative”, perché questo “è un problema che non può essere affrontato da un Paese solo, neppure il più grande”. Spetta dunque “ai governi mettere in campo” tali soluzioni. “Quello che è importante - conclude - è che tutti comprendano in Europa che il problema esiste e non si rimuove ignorandolo, ma va affrontato per non lasciare il protagonismo di questo fenomeno plurale ai crudeli trafficanti di essere umani”.

E proprio una guerra globale agli scafisti è quella che ha rilanciato anche la premier Giorgia Meloni durante il suo intervento di giovedì davanti all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, provando ancora una volta a mettere il tema delle migrazioni al centro dell’agenda dell’Onu. “È una guerra, un tema da affrontare tutti insieme”, insiste Meloni al suo esordio al Palazzo di vetro di New York: “Io sono convinta che sia un dovere di questa organizzazione rifiutare ogni ipocrisia su questo tema e dichiarare una guerra globale, senza sconti, ai trafficanti di esseri umani”. L’appello dell’Italia alle Nazioni Unite è dunque quello di “non voltarsi dall’altra parte”.

Un messaggio quasi disperato e carico di pathos quello della presidente del Consiglio all’Onu, che però al momento raccoglie solo il sostegno l’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri dell’Ue, Joseph Borrel, il quale si inserisce nel dibattito assicurando che “l’Unione Europea sarà al fianco dell’Italia”.

Un sostegno che però al momento non sembra esserci affatto e anzi, nonostante la presenza di Steinmaier in Sicilia accanto a Mattarella, proprio i rapporti con Berlino si sono fatti in questi giorni molto tesi, dopo che la Germania ha annunciato un “imminente stanziamento” da centinaia di migliaia di euro alle Ong che si occupano di assistenza a terra di migranti in Italia, tra cui la Comunità di Sant’Egidio e per le organizzazioni che operano salvataggi “in mare”.  Un annuncio che ha fatto scoppiare una vera e propria crisi diplomatica tra Roma e Berlino, i cui rapporti si erano già fatti molto tesi dopo la decisione della Germania di interrompere le pratiche di accoglienza di migranti provenienti dall’Italia. “Si confida - ha replicato Palazzo Chigi in una nota molto dura - che la notizia sia priva di ogni fondamento perché il finanziamento da parte della Germania di attività di Ong sul territorio italiano sarebbe una grave anomalia”. Dichiarazioni alle quali ha replicato con altrettanta durezza la ministra tedesca dell’Interno, Nancy Faeser: “L’Italia non sta rispettando le riammissioni del sistema di Dublino - ha detto -. E finché non lo farà, nemmeno noi accoglieremo altri rifugiati”.

Ma la questione migrazioni non sta incrinando solo i rapporti con i tedeschi. La stessa Francia nei giorni scorsi ha infatti di fatto blindato e militarizzato il confine di Ventimiglia e questo nonostante giovedì  scorso una sentenza della Corte di giustizia dell’Unione Europea abbia bocciato i respingimenti dei migranti da parte di Parigi alle frontiere interne.

L’atteggiamento del governo francese nei confronti dei migranti è stato anche stigmatizzato da Papa Francesco nella sua visita a Marsiglia dei giorni scorsi, durante la quale “ha invitato gli europei a non ammalarsi di “cinismo” e “indifferenza” e ha condannato i “casi molto brutti dove i migranti vengono rimandati indietro come un ping pong”. Impossibile non vedere un riferimento a ciò che sta facendo la Francia a Ventimiglia, tanto che l’argomento è stato anche al centro di un incontro tra Francesco e il presidente francese Emmanuel Macron, dopo il quale l’Eliseo, in una nota, ha voluto sottolineare che la Francia “non ha niente di cui vergognarsi, siamo un Paese di accoglienza e integrazione”.