SYDNEY - L’indagine condotta in segretezza ha smascherato una rete di sicari a contratto e un sistema di auto truccate, denominate “kill cars”, utilizzate per compiere omicidi, rapimenti e agguati su commissione.
L’operazione è culminata dopo che un presunto piano di omicidio, pianificato vicino a un asilo di Revesby, sobborgo di Sydney, è stato sventato all’ultimo momento.
Martedì scorso, gli agenti avevano bloccato due veicoli sospetti in pieno giorno, sparando colpi di “bean bag” – proiettili non letali – per fermare una Mercedes e una Mitsubishi SUV. All’interno, gli investigatori avevano trovato due pistole, passamontagna, videocamere e taniche di benzina. Tre uomini, di 18, 19 e 26 anni, erano stati arrestati e accusati di associazione a delinquere.
L’operazione si è estesa ieri, con otto perquisizioni simultanee a sud-ovest di Sydney, che hanno portato all’arresto di altri tre presunti membri della banda G7, un gruppo giovanile al soldo della criminalità organizzata. I fermati – due uomini di 18 e 21 anni e un 16enne – sono accusati di reati legati a traffico di armi, furto d’auto e riciclaggio di denaro.
Durante i blitz, la polizia ha sequestrato cinque automobili, un’arma da fuoco, munizioni, 41mila dollari in contanti, GPS e 37 telefoni criptati. Secondo gli investigatori, le “kill cars” erano rubate con largo anticipo, poi dotate di targhe clonate e di un “kit da omicidio”: armi, abiti di ricambio, passamontagna e carburante per distruggere ogni prova dopo il delitto.
“Il monitoraggio delle auto si è rivelato efficace quanto seguire il denaro - ha spiegato Peter Faux, comandante della Squadra Crimine Organizzato -. Questi veicoli non sono semplici mezzi di trasporto, ma strumenti di violenza che garantiscono ai killer mobilità e anonimato”.
Le autorità hanno invitato la popolazione a segnalare veicoli sospetti parcheggiati a lungo o con targhe contraffatte. “Una chiamata può fare la differenza tra un crimine evitato e una tragedia”, ha detto Faux.
Negli ultimi mesi, Sydney è stata teatro di una escalation di violenze tra bande rivali, con numerosi omicidi pubblici, inclusi casi di identità scambiata e vittime innocenti. La scoperta della rete delle “kill cars” mostra quanto le organizzazioni criminali si siano evolute, adottando tecniche sempre più sofisticate e coordinate.
Secondo la polizia, l’operazione è “solo l’inizio” di una più ampia offensiva contro le bande emergenti che stanno seminando terrore nelle strade della città.