MESTRE - “Nel giro di 3 anni il costo della bolletta della luce in capo alle aziende è pressoché raddoppiato. Un incremento spaventoso che, sommato al rincaro del gas, costringerà molte attività, almeno temporaneamente, a chiudere gli impianti produttivi”.
È questo l’allarme lanciato dall’ufficio studi della Cgia di Mestre secondo la quale, rispetto al 2019, ammonta a quasi 36 miliardi di euro l’extra costo che le imprese italiane sosterranno quest’anno a causa dell’aumento del prezzo delle tariffe elettriche. Dei quasi 36 miliardi di aumento nazionale, 22 (pari al 61 per cento del totale nazionale) interesseranno le imprese settentrionali, ha calcolato la Cgia, con il rincaro maggiore che graverà sulle imprese ubicate in Lombardia, dove rispetto al 2019 l’incremento del costo per l’energia elettrica sarà pari a 8,5 miliardi di euro. Subito dopo ci saranno le imprese Venete con un extra costo pari a 3,9 miliardi di euro e poi quelle dell’Emilia Romagna con 3,5 miliardi.
Infine le imprese piemontesi, che vedranno ricari di 2,9 miliardi di euro. I settori più “colpiti”, in base ai dati dei consumi elettrici del 2019, sono metallurgia, commercio e servizi come cinema, teatri, discoteche, lavanderie, parrucchieri, estetiste, ma anche alimentari, alberghi, bar e ristoranti e infine trasporto e logistica e chimica. Per fronteggiare questa situazione, secondo la Cgia, va attuata nel medio periodo una strategia europea comune per stabilizzare il prezzo del gas sul mercato, uniformando le condizioni di approvvigionamento e riducendo così i differenziali di prezzo tra i Paesi membri.