PORT-AU-PRINCE - La ong Medici senza frontiere (Msf) ha annunciato la sospensione delle sue attività nella capitale di Haiti, in seguito a “violenze e minacce da parte delle forze di polizia” e in particolare dopo che due suoi pazienti sono stati uccisi l’11 novembre nel Paese caraibico in preda al caos. 

A seguito delle “gravi minacce rivolte contro il suo personale da membri delle forze di polizia haitiane, Msf è costretta a sospendere le sue attività a Port-au-Prince fino a nuovo ordine”, ha precisato la ong in un comunicato stampa. 

 L’organizzazione ricorda di aver denunciato gli incidenti già il 13 novembre, quando una delle sue ambulanze “è stata attaccata, provocando la morte di almeno due pazienti e un attacco al personale medico. La settimana successiva - prosegue l’ong - gli agenti di polizia hanno ripetutamente fermato i veicoli di Msf e minacciato direttamente il personale, anche con minacce di morte e di stupro”. 

Haiti soffre da decenni di instabilità politica cronica. Ma sta anche affrontare una nuova recrudescenza della violenza delle gang, che controllano l’80% della capitale Port-au-Prince.Questi gruppi armati, accusati di numerosi omicidi, stupri, saccheggi e rapimenti a scopo di riscatto, hanno deciso all’inizio dell’anno di unire le forze per rovesciare il primo ministro Ariel Henry.  

Il nuovo primo ministro, Alix Didier Fils-Aimé, ha prestato giuramento l’11 novembre. Ha promesso di “ripristinare la sicurezza” nel paese dopo la destituzione del suo predecessore Garry Conille da parte del Consiglio presidenziale di transizione che è a capo dell’esecutivo di questo paese privo di presidente dal 2021 e di elezioni dal 2016.