TEL AVIV - L’esercito israeliano lancia l’operazione “Muro di ferro” in Cisgiordania. L’attacco delle Forze di difesa israeliane, preannunciato nei giorni scorsi e iniziato in mattinata, ha fatto fino a ora otto vittime e almeno 35 feriti, secondo fonti dell’Anp.
I soldati israeliani hanno preso d’assalto il campo profughi di Jenin, uno dei 19 della Cisgiordania costruiti dopo la creazione di Israele nel 1948 per ospitare i palestinesi sfollati, considerato da Israele un centro di resistenza armata palestinese all’occupazione israeliana e un focolaio di attività terroristiche.
Dall’inizio della guerra, all’indomani del 7 ottobre 2023, Israele aveva effettuato raid o attacchi aerei a Jenin più volte, uccidendo decine di persone, ma mai un’operazione su larga scala così ampia.
In risposta all’operazione militare israeliana a Jenin, Hamas ha esortato i palestinesi della Cisgiordania a intensificare la resistenza contro le forze israeliane: “Chiediamo la mobilitazione generale e lo scontro contro la diffusa aggressione dell’occupazione a Jenin e il sostegno dei combattenti della resistenza per affrontare l’oppressione sionista”, afferma il gruppo in una nota.
Le forze di sicurezza israeliane “hanno lanciato oggi una vasta e significativa operazione militare per sradicare il terrorismo a Jenin”, ha detto il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu. Una fonte militare ha riferito al Times of Israel che il raid su Jenin dovrebbe durare diversi giorni. L’operazione militare è iniziata con diversi attacchi di droni su infrastrutture che si ritiene siano utilizzate da gruppi militanti nella città occupata della Cisgiordania, ha aggiunto.
L’Autorità nazionale palestinese (Anp) accusa Trump di incitare “i coloni estremisti” israeliani alla violenza contro i palestinesi, revocando le sanzioni contro i coloni israeliani nella Cisgiordania occupata. “La revoca delle sanzioni contro i coloni estremisti li incoraggia a commettere più crimini contro il nostro popolo”, ha affermato il ministero degli Esteri palestinese in una nota, ricordando i recenti attacchi dei coloni israeliani in tutta la Cisgiordania, in cui sono rimaste ferite 21 persone.
Un’indagine iniziale delle Forse di difeza israeliane (Idf) sull’attacco, cominciato ieri sera tardi da parte di coloni in due villaggi palestinesi della Cisgiordania, ha riferito che “decine di civili israeliani, alcuni dei quali mascherati, sono arrivati di notte nella zona di al-Funduq, hanno incendiato proprietà e causato danni”.
L’Idf afferma che, dopo aver ricevuto la segnalazione, soldati e agenti di polizia sono stati inviati sul posto. Gli aggressori coinvolti nell’attacco ad al-Funduq e al villaggio adiacente di Jinsafut “hanno lanciato pietre e attaccato le forze di sicurezza”, afferma l’esercito. Le immagini trasmesse dall’emittente pubblica Kan mostrano i coloni mascherati mentre danno fuoco alle auto. Il filmato li mostra anche mentre cercano di entrare nelle case e lanciano pietre.
Da Israele, intanto, già alle prese con una crisi di governo a causa della posizione delle forze di estrema destra nell’esecutivo Netanyahu contrarie agli accordi sul cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi, arriva la notizia delle dimissioni del capo di stato maggiore dell’esercito. Il numero uno delle Idf, Herzi Halevi, ha informato il ministro della difesa Israel Katz che lascerà il 6 marzo, dopo “aver riconosciuto la mia responsabilità per il fallimento del 7 ottobre”, “un fallimento che resterà per tutto il resto della mia vita”, ha detto. Halevi ha fatto sapere che “trasferirà il comando delle Idf in modo approfondito e di alta qualità” al suo sostituto” e che trascorrerà il tempo fino alle sue dimissioni supervisionando i lavori della commissione d’inchiesta sull’attacco di Hamas del 7 ottobre.