Un vicinato accogliente, personaggi mai unidimensionali, la comunità che germoglia. Con tocco gentile, prova ogni volta a far luce sugli angoli e sulle crepe più cupe delle esperienze umane. Mai forzatamente, mai artificiosamente.

Melina Marchetta, tra le scrittrici più amate d’Australia, autrice del celebre romanzo Looking for Alibrandi, è tornata in libreria per coinvolgere e intrattenere i lettori più giovani con la serie letteraria What Zola did on…

Liberamente ispirati alla sua dinamica vita familiare, i sette libri della saga, uno per ogni giorno della settimana, puntano delicatamente al cuore dei più piccoli, ai bambini dai sei agli otto anni; l’orto in giardino, due cagnolini che incalzano la protagonista, una mamma e una nonna sempre presenti.

La prima pubblicazione What Zola did on Monday tratteggia le peculiarità di una famiglia dal background italiano e di una piccola comunità multiculturale, accompagnata dalle illustrazioni colorate di Deb Hudson.

“Ho cercato, anche questa volta, di ripercorrere i connotati caratteriali della mia famiglia. Mia figlia Bianca ha otto anni ed è un po’ la mia Zola in carne e ossa, rivedo molto di lei nelle avventure della mia piccola protagonista – energica, scattante e solerte, tenta di fare sempre la cosa giusta, ma spesso ingenuamente sbaglia. Mia mamma, invece, è appassionata di giardinaggio, ha una grande passione e il pollice verde, altro elemento chiave delle mie nuove narrazioni”, ha raccontato Marchetta.

“Tristemente, quando ho iniziato a scrivere quest’ultima serie letteraria, è scomparso mio padre; certe esperienze ti toccano nel profondo e anche se nella narrazione non si parla di morte, Zola e suo cugino Alessandro amano tantissimo il proprio nonno che non c’è più e sentono la sua mancanza. La narrazione diventa anche un pretesto per i bambini per aprirsi e per poter dialogare con i propri genitori”.

Scrittrice ed educatrice, autrice di acclamati romanzi come Looking for Alibrandi, divenuto un classico della letteratura australiana, o Saving Francesca, Marchetta, originaria di Sydney, conosce bene l’universo emozionale che la sua penna prudentemente tratteggia e si concentra ogni volta sulla crescita, fisica ed emotiva, degli adolescenti italo-australiani.

Cresciuta lei stessa in una famiglia di origine siciliana, Marchetta ha vissuto un’esperienza scolastica tra alti e bassi. A causa di uno sconosciuto disturbo dell’apprendimento, in prima elementare ha affrontato numerose difficoltà per imparare a leggere e che ha superato con l’aiuto di sua madre.

La mancanza di fiducia nei confronti del mondo accademico, però, l’ha spinta ad abbandonare gli studi all’età di quindici anni; un corso in una scuola di business, più tardi, non le ha soltanto consegnato svariate competenze d’ufficio, ma le ha anche permesso di trovare lavoro, prima in banca e poi in un’agenzia di viaggi. L’affidamento nelle proprie capacità era quindi riemerso tanto da ritornare a scuola.

“Per i miei genitori fu molto difficile accettare il mio disagio nei confronti della scuola, ma sono stati molto comprensivi. Purtroppo, caratterialmente, so di riuscire ad affrontare qualsiasi attività solo se mi sento davvero pronta e in quel momento non mi sentivo a mio agio in classe – ha raccontato –. Ho quindi lavorato per quasi dieci anni e all’età di ventidue anni, dopo un viaggio in Europa, ho scritto il mio primo romanzo. Avevo riportato su carta ricordi d’infanzia, stati d’animo, l’avevo scritto per la mia famiglia, ma quando ho scoperto che il romanzo sarebbe stato pubblicato, ho detto a me stessa, ‘Se sono così in gamba da scrivere un libro, posso anche fare l’università’, e così ho ripreso gli studi”.

Da sinistra, l’illustratrice Deb Hudson, l’editore della serie letteraria What Zola did on..., Amy Thomas, e l’autrice Melina Marchetta

Sebbene la celebre protagonista del romanzo sia descritta come un ‘reietto’ della società, sia per la sua eredità culturale italiana e sia per il fatto che sua madre non abbia mai sposato suo padre, la scrittrice ammette, ancora oggi, che scrivere Looking for Alibrandi sia stata “una delle migliori cose che abbia mai fatto, ho compreso la mia cultura, mi sono espressa al meglio, ho capito che appartengo a due mondi lontani, ma complementari”, ha raccontato.

Le voci dei personaggi femminili di Marchetta sono sempre prepotenti e fresche, la loro forza permane nelle caratterizzazioni sempre insolitamente penetranti e persuasive.

Le amicizie, le rivalità, il romanticismo, la ribellione, ma soprattutto le tradizioni tipiche della cultura italiana che ritornano anche nella sua ultima serie letteraria per bambini. Ogni pagina si trasforma sempre in una ricca esplorazione di maturazione e identità.

“Le caratteristiche della mia famiglia sono semplicemente il risultato di un’ondata migratoria e quindi mi definiscono italo-australiana qui a casa, e australiana se sono in Europa; penso infatti che i nostri media siano incredibilmente ‘bianchi’ e che quindi la cultura dominante nel Paese ci rappresenti anche all’estero”, ha spiegato Marchetta.

“La mia è sempre stata la tipica famiglia italiana, ma matriarcale. Infatti le donne hanno sempre avuto una voce molto forte, però devo ammettere quanto i miei genitori siano stati estremamente rigidi con tutti noi, anche con i ragazzi, quando si trattava di uscire di sera o dormire a casa di amici – non ci era permesso, al massimo potevamo incontrare solo i nostri cugini. Oggi è tutto molto diverso, da ragazza bastava fare un piccolo passo fuori dalla porta di casa e l’intero vicinato ne era già a conoscenza. Inoltre, negli anni ’70, la diversità non era assolutamente celebrata: ricordo perfettamente la sensazione di vivere in un continente che sembrava appartenere a qualcun altro. Non mi era quasi permesso dire di essere australiana, loro sapevano che avessi un’eredità culturale differente”.

Vincitrice dell’AFI Award, del Film Critics Circle of Australia Award e dell’Independent Film Award per la miglior sceneggiatura per l’adattamento cinematografico del suo primo romanzo, e del New South Wales Premier’s Literary Award, oggi Melina Marchetta è impegnata nella sua intensa routine di scrittrice e madre a tempo pieno.

Il recente lockdown l’ha posta di fronte a nuove sfide, soprattutto nel tentativo di restare connessa con la comunità e nel seguire sua figlia alle prese con la didattica a distanza.

“Nonostante la quarantena, ho cercato di tenere attivo il contatto con il mondo esterno e penso che sia davvero possibile, dopotutto, continuare a restare vicini. Fortunatamente, ho anche un ricco bagaglio di esperienze e migliaia di ricordi, ed è per questo che credo di avere materiale per scrivere ancora per moltissimo tempo”.