Quante volte abbiamo vissuto un’esperienza difficile che sembrava impossibile da superare, ma che poi si è rilevata importantissima per la propria crescita, che ci ha forgiati e migliorati?
C’è una bella canzone intitolata Come mi pare, pubblicata nel 2014 dal trio tutto italiano formato da Daniele Silvestri, Niccolò Fabi e Max Gazzé, che spiega questo concetto in maniera molto semplice: “[…] Chi vuole vincere impari prima a perdere, chi vuole insistere impari prima a cedere, chi vuole amare prima deve imparare a rinunciare”.
Il ‘rinunciare’ è probabilmente ciò che ha spinto Melissa La Bozzetta a incanalare le energie creative, la ricerca del bello e, soprattutto, di libertà espressiva. Artista italo-australiana originaria di Stromboli, la bellissima isola vulcanica eoliana, è oggi residente a Prahran e nel suo percorso, ben conosciuto nel panorama dell’arte contemporanea, ha apportato la fusione sinuosa tra vivacità e sensualità.
Ma tutto nasce con un’infanzia da figlia di immigrati, tra le mura domestiche e non senza rinunce, involontarie, a una vita sociale normale per quell’età: “Crescere a Melbourne con un papà così severo è stato difficile. Non mi era permesso uscire e passare il tempo con gli altri bambini, così ho trascorso tantissimo tempo da sola nella mia stanzetta a disegnare, cosa che ho amato sin da subito quando avevo quattro anni. Era il mio modo per non sentirmi sola, perché quando disegno non ho la sensazione che mi manca qualcosa”, racconta l’artista, che ne ha fatta di strada da quando muoveva le prime matite nella cameretta.
Oggi, Melissa La Bozzetta vanta una reputazione che tocca quasi tutti i continenti: con mostre tenute al Louvre di Parigi, a New York e a Melbourne, la sua arte ha conquistato importanti palcoscenici internazionali, affermandosi come una delle voci più innovative e promettenti del panorama di settore.
La solitudine di una ragazzina che voleva vivere il mondo esterno diventa però il bisogno di conoscere dell’adolescente: “La severità di mio padre però non diminuì con gli anni; anche da adolescente non mi era permesso uscire e socializzare. Nonostante la fortuna di avere una famiglia grande e quindi tanti cugini, non potevo veramente fare le esperienze che tanti miei coetanei vivevano. Quindi il disegno e la pittura hanno sempre accompagnato la mia vita aiutandomi tanto”, spiega.
Anche se oggi conosciamo La Bozzetta come un’artista tra tele e materiali da modellare, pochi sanno che nei suoi sogni vi era un altro tipo di arte: “‘O divento una pittrice o un’attrice’, mi ripetevo quando ero piccola. Ma, di nuovo, papà non me lo permise”.
Tante rinunce, quindi, che hanno portato però a tante soddisfazioni, in una vita dove le emozioni e i sogni da ragazza sono state tradotte e plasmate in pittura e scultura. Sorprendentemente, da autodidatta per la maggior parte dei suoi inizi, ma poi la crescita e la maturità, così come l’indipendenza da casa, hanno portato allo spalancarsi del mondo, un piatto d’argento per una mente così curiosa di natura.
“Inizialmente non volevo confrontarmi con gli studi perché, con la mia testardaggine, volevo mantenere il mio stile inalterato. Poi ho fatto qualche corso e studiato l’anatomia umana”, racconta La Bozzetta, che prosegue spiegando altre difficoltà che molti lettori potranno capire, come la barriera linguistica che si pone tra chi cresce in una casa dove si parla italiano e il dialetto regionale di provenienza e il mondo esterno australiano, quasi visto come un mondo alieno per i tanti ragazzini italiani cresciuti qui.
Per loro, soprattutto a scuola, si conviveva con una continua e silenziosa vergogna di essere diversi: “Sono cresciuta in Beaumaris e nella mia scuola ero l’unica italiana. Tutto di me era fonte di vergogna, dal colore della mia carnagione ai modi di fare”.
L’opera Rochelle di Melissa La Bozzetta
Però, proprio come la canzone citata, l’età adulta ha portato la consapevolezza dei propri mezzi, tramutando la vergogna in orgoglio, la paura in coraggio e la timidezza in determinazione.
“Tutti vedono quel che sono oggi, ma questa persona è ciò che sono diventata attraverso tanta sofferenza, anche vivendo in una casa con tanta e troppa severità, cosa che molti italiani capiranno. E così come sono cresciuta, sono passata dai cartoni ai palazzi, fino al mondo esterno, per esplorare il corpo umano e le forme femminili in età adulta. Un po’ come Michelangelo che ha studiato il corpo umano, la pelle e i tessuti che ci formano. Un’esperienza di crescita unica e che mi ha formato tantissimo”, ci rivela l’artista, delineando i vari passaggi chiave della sua vita artistica e non solo. Un percorso che si può ammirare e seguire attraverso i suoi canali mediatici, come il sito web, o le pagine social.
Il presente di Melissa La Bozzetta è splendente e il futuro sembra esserlo ancora di più.
“L’apprezzamento che ricevo e i sentimenti che suscito sono le mie spinte a continuare. E per questo nuovo anno, mi tufferò in una nuova avventura, una vera e propria sorpresa, ma non posso ancora rivelare troppo – dice ridendo –. Però posso assicurare che voglio aprire le mie esposizioni in Italia, perché sento di dovermi riconnettere con le mie origini, nei luoghi che mi hanno ispirato per tutta la vita”, magari anche quelli calcati dalle personalità leggendarie che hanno influenzato persone da tutto il pianeta, così come Sophia Loren che è una delle più grandi ispirazioni di Melissa La Bozzetta, come ci racconta.
Bisogna ammetterlo: a volte alcuni momenti difficili sembrano insuperabili, e sicuramente la nostra natura umana ci fa pensare al peggio spesso e volentieri, ma storie come quella di Melissa La Bozzetta fanno veramente ricordare come una temporanea rinuncia possa significare il raggiungimento di obiettivi molto più alti, diventando la versione migliore di se stessi.