WASHINGTON – Nel suo intervento al Cpac, la Conservative Political Action Conference (Conferenza dell’azione politica conservatrice) che ha avuto luogo a Washington questo fine settimana, Meloni non cita per nome né Volodymyr Zelensky né Vladimir Putin. E si pone “al centro dell’Atlantico”, cercando di non scontentare né l’Europa né la nuova America trumpiana.  

La premier ripete, davanti alla platea americana, che l’Ucraina è un Paese aggredito e bisognerà lavorare insieme per costruire una pace “giusta e duratura”, anche grazie a leadership “forti” come quella di Donald Trump che, assicura, “non si allontanerà dall’Europa” a differenza di quello che “si augurano i nostri avversari”. Se non altro perché, sostiene Meloni, anche nel vecchio continente cresce sempre di più la voce dei conservatori al governo, a partire dal suo.  

La presidente del Consiglio parla per poco meno di un quarto d’ora alla platea del Cpac, poco prima che sul palco salga il “padrone di casa”, Donald Trump.  

Nel suo intervento non sconfessa la postura di sostegno che l’Italia ha mantenuto fin dall’inizio nei confronti di Kiev, nonostante le durissime parole dedicate a Zelensky da parte del nuovo presidente americano nei giorni scorsi. E assicura che, con lui alla Casa Bianca, “non vedremo mai più quello che è accaduto in Afghanistan quattro anni fa”.  Il riferimento è al ritiro delle truppe statunitensi dal Paese, caotico e improvviso, che ha portato al rapido ritorno al potere dei talebani. 

In un passaggio molto applaudito, Meloni difende anche il vicepresidente americano, J.D. Vance, attaccato dalle “élite di sinistra indignate per il discorso a Monaco”, in cui il numero due della Casa Bianca “ha giustamente affermato che prima di discutere di sicurezza, dobbiamo sapere cosa stiamo difendendo”.  

E sulle minacce di dazi e tariffe nei confronti dell’Europa, tema ancora molto caldo, Meloni afferma semplicemente che “ognuno difenderà i propri interessi preservando la nostra amicizia”. 

Meloni applaude quindi la leadership “forte ed efficace” di Trump che, a suo dire, lavorerà per “rafforzare la nostra alleanza, lavorando con il mio governo e con l’Europa”, dichiara, ritagliandosi quel ruolo da “ponte”, in virtù dei “comuni valori e delle comuni battaglie dei conservatori”, che i cittadini votano sempre di più perché “non credono più alle bugie” della sinistra. 

La premier non usa mezzi termini, e attacca la “sinistra radicale che vuole cancellare la nostra storia e minare la nostra identità”, ma anche chi cerca di “sabotare l’Occidente dall’interno con il virus della cancel culture e dell’ideologia woke”. 

Infine, rimarcando ulteriormente il legame che considera indissolubile tra il vecchio continente e gli Stati Uniti, conclude riaffermando che “non può esistere Occidente senza America, e allo stesso modo non può esistere Occidente senza Europa”.