ROMA - Al Senato è iniziata la discussione generale sulle comunicazioni della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo.  

Le comunicazioni, depositate ieri in forma scritta a Palazzo Madama, hanno in particolare focalizzato l’attenzione sulla delicata situazione internazionale, con un aggiornamento sulla tregua annunciata tra Israele e Iran, e sulle politiche di difesa europea. 

Il gruppo di Azione ha aggiornato la propria risoluzione, già presentata alla Camera, inserendo un passaggio sull’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Iran, annunciato dal presidente statunitense e entrato in vigore il 24 giugno 2025.  

Tuttavia, si evidenzia come, a poche ore dall’accordo, i termini e la solidità della tregua non risultino ancora chiari, nonostante l’ufficiale accettazione da parte della Repubblica islamica dell’Iran. 

Altri gruppi parlamentari, sia di maggioranza che di opposizione, hanno presentato mozioni identiche a quelle di Montecitorio.  

“Lo scenario di questa mattina sembrava andare nella direzione auspicata, ma la situazione si è nuovamente complicata”, ha osservato Meloni. La premier ha tuttavia evidenziato una possibile divisione all’interno dello scenario iraniano e si è detta “fiduciosa che si possa andare avanti con una tregua e tornare alle negoziazioni”. 

Sul tema della difesa europea, la presidente del Consiglio ha ribadito la necessità di un coordinamento più stretto, ma ha escluso la creazione di un esercito europeo parallelo alla Nato.  

“Il sistema occidentale si basa sulla Nato, che è composta da eserciti nazionali che collaborano”, ha detto Meloni, auspicando la formazione di una “colonna europea della Nato” per evitare duplicazioni inutili. Ha anche respinto l’idea che “il caos sia stato generato da Trump”, definendo tale affermazione una “semplificazione” e sottolineando come la complessità della situazione sia di lungo corso. 

“La difesa, come dicevano i romani, è ‘Si vis pacem, para bellum’ – ha proseguito Meloni –. Non si tratta di attaccare, ma di avere sistemi di sicurezza solidi per evitare i conflitti”. 

Dal fronte dell’opposizione, la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha replicato con un appello alla pace: “Rispetto a 2000 anni fa, il mondo ha fatto passi avanti nella risoluzione pacifica delle controversie. Preparare la guerra, come pensa la presidente Meloni, è l’opposto di ciò che serve all’Italia”. Schlein ha ricordato i principi della Costituzione italiana che “ripudia la guerra come strumento di offesa e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, invitando il governo a impegnarsi per “costruire la pace attraverso il dialogo e il multilateralismo”. 

Dalla base italiana dell’Unifil, l’operazione delle Nazioni Unite nel sud del Libano, assicurano che “La missione ha continuato sempre a monitorare l'area di operazione e a supportare la popolazione.” 

“Siamo preparati, niente è cambiato per le nostre attività, anche quelle diplomatiche,” ha ribadito il portavoce Andrea Tenenti.