NEW YORK - “Viviamo un tempo di crisi, però le crisi nascondo sempre una opportunità”, ha affermato la premier Giorgia Meloni parlando al Vertice del futuro dell’Onu, a New York. 

“Del resto, la parola crisi deriva dal greco crisis, che significa scelta, decisione. Le crisi costringono a mettersi in discussione, a schierarsi, non consentono di tentennare. Nessuno stato può governare le crisi del nostro tempo, per questo l'Italia è una convinta sostenitrice del multilateralismo e della sua istituzione più rappresentativa, che è l'Onu, nella quale ogni voce viene ascoltata, il luogo nel quale siamo chiamati ad imparare, a capirci e a rispettarci”, ha sottolineato il presidente del Consiglio durante il suo intervento. 

Meloni ha quindi continuato, sottolineando che “le sfide che la storia ci ha messo di fronte sono numerose e multiformi: il cambiamento climatico, le disuguaglianze sociali ed economiche, le crisi umanitarie e sanitarie, la criminalità transnazionale, i conflitti armati a partire dall'inaccettabile guerra russa nei confronti di una nazione sovrana come l'Ucraina, che rendono sempre più precaria la sicurezza internazionale. Di fronte ad uno scenario così complesso noi non abbiamo altra scelta che agire”, ha detto all’assemblea. 

La premier ha quindi ribadito la posizione italiana sulla riforma del consiglio di sicurezza, che non può “prescindere dai principi di uguaglianza, democraticità e rappresentatività”, spiegando che “la riforma ha un senso se viene fatta per tutti e non solo per alcuni”.  

“Non ci interessa creare nuove gerarchie e non crediamo che esistano nazioni di serie A e di serie B. Esistono le nazioni, con le loro storie, le loro peculiarità e i loro cittadini che hanno tutti gli stessi diritti perché' gli individui nascono tutti liberi e uguali”, ha sottolineato Meloni. 

“Dobbiamo pensare in modo nuovo la cooperazione tra le nazioni. L'Italia lo fatto col piano Mattei, un piano di investimenti pensato per cooperare con le nazioni africane attraverso un approccio che non è né paternalistico, né caritatevole e né predatorio, ma basato sul rispetto e sul diritto per ciascuno di competere ad armi pari”, ha aggiunto riferendosi al famigerato piano di relazioni del governo con i paesi africani.  

“È la nostra ricetta per promuovere lo sviluppo di un continente troppo spesso sottovalutato, per costruirne la stabilità e garantire un diritto che fino ad oggi è stato negato a troppi giovani: il diritto a non dover emigrare”, ha concluso la presidente del Consiglio.