ROMA - L’attesa di una svolta c’era, ed è andata oltre le migliori previsioni: 90 giorni di sospensione dei dazi americani, ma non cambia la portata della missione di Giorgia Meloni alla Casa Bianca la prossima settimana.
A Donald Trump, la premier chiederà di sedersi a parlare con l’Europa, con un obiettivo che ora appare meno irrealizzabile: creare una grande area di libero scambio tra le due sponde dell’Atlantico, con la formula “zero dazi per zero dazi”.
La giornata si apre tra lo sconcerto e l’imbarazzo per le dichiarazioni del presidente americano sui leader stranieri “pronti a baciarmi il culo”, che addirittura Matteo Salvini indica come una scelta di parole “abbastanza disgustosa”. Nella maggioranza c’è chi sorride, chi non risponde e chi glissa sul tema.
La presa di posizione poco elegante del tycoon, assicura però il ministro degli Esteri, non cambia i programmi della premier, che andrà a Washington “con la schiena dritta” a proporre di negoziare “sostenendo le posizioni europee”.
Una precisazione doverosa, per il vicepremier, dopo che il ministro francese dell’Industria Marc Ferracci aveva dato voce alla diffidenza di alcune cancellerie nei confronti del viaggi della leader italiana: “Se cominciamo ad avere discussioni bilaterali l’unità europea rischia di spezzarsi”.
Il titolare della Farnesina, dopo aver ricordato i diversi incontri del capo dell’Eliseo con Trump, si dice convinto che i vicini d’Oltralpe “non abbiano capito lo spirito di questa missione” e nemmeno che “l’Unione Europea è ben contenta che l’Italia vada a parlare per sostenere le posizioni europee”.
Una reazione che induce lo stesso governo francese a fare marcia indietro, con la portavoce Sophie Primas che assicura come non ci siano preoccupazioni per la visita italiana a Washington, perché “tutte le voci che permettono un dialogo con gli Stati Uniti sono benvenute”.
Ora, con la frenata del presidente americano, lo scenario un poco si semplifica, o almeno così si ragiona ai piani alti del governo, ma restano le incertezze e la totale imprevedibilità delle posizioni degli Usa sulle tariffe commerciali.
La presidente del Consiglio sarà a Washington il 16 aprile. l’incontro nello Studio Ovale è fissato per il 17, poi dovrebbe ripartire subito, anche perché il 18 è atteso a Roma il vicepresidente americano J.D. Vance che Meloni dovrebbe così riuscire a incontrare insieme ai suoi vicepremier.