ROMA - “Non condividiamo le recenti proposte del governo israeliano e non abbiamo mancato di dirlo ai nostri interlocutori, consapevoli come siamo, però, che non è stato Israele a iniziare le ostilità”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, durante il ‘premier time’ nell’aula della Camera aggiungendo: “Non è intenzione dell’Italia richiamare l’ambasciatore in Israele”. “Il piano di Hamas era un disegno che puntava all’isolamento e questo non può non farci riflettere su quanto sarebbe pericoloso assecondare il disegno dei terroristi che non si sono fatti scrupoli a sacrificare la vita sia di israeliani sia di palestinesi pur di perseguire i propri scopi”, ha detto la Premier rispondendo a una interrogazione di Avs.

La Premier ha poi rivendicato l’operato dell’esecutivo: “A giudicare saranno gli italiani e questi vedono un cambio di passo. Io penso che la stabilità, la credibilità del governo e delle istituzioni siano alla fine la principale riforma economica di cui necessita l’Italia”. L’inversione di tendenza sui salari, lo spread sotto i 100 punti, il che significa che “i titoli di Stato italiani vengono considerati più sicuri di quelli tedeschi”. E ancora: il rafforzamento del personale delle forze dell’ordine (“annuncio l’invio di oltre 13.500 unità tra carabinieri, poliziotti e finanzieri per potenziare la sicurezza nei territori, ai quali si aggiungono circa 3.000 Vigili del fuoco”) e il sostegno diplomatico e umanitario nella striscia di Gaza (“Non abbiamo condiviso diverse scelte e non condividiamo le recenti proposte del governo israeliano e non abbiamo mancato di dirlo ai nostri interlocutori”, ha affermato il capo dell’esecutivo rinnovando la richiesta del rispetto del diritto internazionale ma dicendo no però all’invito di Avs a richiamare l’ambasciatore in Israele). La direzione è quella di portare avanti le politiche contro una visione eccessivamente ideologica del “green deal”, di lavorare per arrivare a una diminuzione strutturale del prezzo dell’energia e insieme al cancelliere tedesco Merz per il rilancio dell’industria dell’auto, di continuare con il ritorno del nucleare, di correggere il piano Transizione 5.0 e di costituire un gruppo di lavoro a Palazzo Chigi per affrontare il problema del disagio giovanile.

Ma nell’aula di Montecitorio è andato in scena lo scontro tra la Premier e i leader dell’opposizione. La tensione si è alzata quando il segretario di +Europa, Riccardo Magi, ha inscenato una protesta sul referendum presentandosi nell’emiciclo vestito da fantasma. “L’opposizione, quando è al governo, fa delle riforme, ma poi quando torna opposizione utilizza i referendum perché vuole abolirle”, ha reagito la presidente del Consiglio. E al presidente M5s, Giuseppe Conte, che è tornato sul dossier del riarmo Ue ha replicato: “Sono affascinata da questa sua recentissima, travolgente passione antimilitarista che nessuno ha avuto modo di apprezzare quando era il presidente del Consiglio”, ribadendo l’impegno di rafforzare la sicurezza “per noi stessi, non per fare un favore agli Stati Uniti”. 
Botta e risposta anche con la segretaria dem Elly Schlein che ha attaccato l’esecutivo sul tema della sanità. “Siete stati - ha tuonato la Premier - al governo 10 anni; non avete mai scritto e messo in campo un piano sanitario nazionale. Oggi che siete dall’opposizione ci venite a spiegare quanto sia importante la sanità. Temo che si capisca il gioco che si sta portando avanti. Ma noi vogliamo scrivere il nuovo piano sanitario nazionale e speriamo che su questo, almeno, ci vogliate dare una mano invece di preferire stare lì a fare le macumbe perché le cose vadano male e magari potete risalire nei sondaggi”. 

E la risposta della leader Pd è arrivata puntuale: “Lei vive in un mondo fantastico in cui quando le cose funzionano è merito suo e quando non funzionano è colpa di altri. Dopo tre anni non ci sono scuse: la colpa non è di altri. La colpa è vostra, è sua, e gli italiani non sono stupidi: lo vedono!”.