BUENOS AIRES – Tramontata l’epoca dei grandi accordi globali nell’ambito del Wto (l’Organizzazione mondiale del commercio), è ai trattati bilaterali che puntano governi e organizzazioni transnazionali.

In questo contesto internazionale è stato annunciata la chiusura dei negoziati tra il Mercosur – attualmente composto da Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay – e l’Associazione europea di libero scambio (Efta, nella sigla inglese), formata da Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera, ossia Paesi non comunitari.

La notizia è stata comunicata dai ministri degli Esteri e rappresentanti dei Paesi membri, nell’ambito della 65ª riunione del Consiglio del Mercato Comune, sotto la presidenza pro tempore dell’Argentina. A capo del blocco Efta c’era il vicepresidente della Confederazione svizzera Guy Parmelin. 

Il ministro degli Esteri argentino, Gerardo Werthein, ha sottolineato alla stampa locale e internazionale – in una conferenza alla quale ha partecipato anche Il Globo – che l’accordo “creerà nuove opportunità di affari per gli operatori economici dei Paesi del Mercosur e dell’Efta, comprese le numerose piccole e medie imprese presenti in ciascuna giurisdizione”.

Secondo la dichiarazione ufficiale, si creerà un’area di libero commercio di quasi 300 milioni di persone con un Pil combinato di 4.300 miliardi di dollari. I settori interessati sono beni e servizi, investimenti, diritti di proprietà intellettuale, acquisti pubblici, farmaci, prodotti fitosanitari, arbitrati internazionali e commercio e sviluppo sostenibile.  

A una specifica domanda de Il Globo sugli interventi che lo Stato argentino potrebbe mettere in atto per favorire l’implementazione dell’accordo tra i due organismi internazionali, il ministro ha dichiarato che il Paese “non ha in programma alcuna svalutazione”.

Werthein ha voluto sottolineare che l’Argentina “è un Paese libero in cui le decisioni le prende il mercato”. Pur affermando che il governo di cui fa parte “collaborerà” per rendere accessibile alle piccole e medie imprese “tutto ciò che è necessario” (per esempio attraverso consulenze e orientamento per l’internazionalizzazione), ha sostenuto che “l’aiuto principale” che la gestione di Javier Milei dà alle imprese “è eliminare regolamenti e avere uno Stato che non interviene nella vita di ciascuna impresa”.

I rappresentanti dei Paesi interessati dal trattato.

Da parte sua, Guy Parmelin, vicepresidente della Confederazione Svizzera e responsabile del dipartimento federale dell’Economia, della Formazione e della Ricerca, ha definito il trattato “una grande pietra miliare nelle nostre relazioni”. Ha inoltre affermato che questo strumento – da lui descritto come “uno degli spazi di libero scambio più grandi del mondo” – rafforza la sicurezza giuridica per gli investitori e costituisce “un accordo giusto ed equilibrato che risponde agli interessi di entrambe le parti”.

Ha anche anticipato che ci sarà una “piena liberalizzazione” per esportazioni chiave come vino rosso, carne e caffè. Nei primi due settori, l’Argentina è un attore di rilievo a livello mondiale sia per volume che per qualità.

Commercio con l’Efta: la Svizzera, principale partner

Il commercio bilaterale tra l’Argentina e i Paesi dell’Efta presenta caratteristiche e volumi differenti a seconda di ciascun partner. La Svizzera è, con netto distacco, il principale partner commerciale del Paese sudamericano. Secondo dati del ministero degli Esteri, nel 2023 lo scambio tra i due ha raggiunto i 1.750 milioni di dollari, con un saldo attivo di 650 milioni per l’Argentina.

Le esportazioni argentine verso la Svizzera si concentrano su prodotti farmaceutici, alimenti e servizi. A sua volta, l’investimento svizzero in Argentina è significativo, specialmente nei settori farmaceutico, alimentare, dei servizi e dell’edilizia.

Ed è proprio il settore farmaceutico è uno dei possibili punti critici dell’accordo, dal momento che gran parte dei Paesi del Mercosur basano il loro sistema di salute pubblica sull’acquisto di prodotti equivalenti prodotti da industrie locali.

Un dato rilevante: la Svizzera è il quinto maggior investitore diretto estero in Argentina e il quarto destinatario di investimenti svizzeri in America Latina.

Norvegia, Islanda e Liechtenstein: scambi più modesti

Il commercio dell’Argentina con i Paesi dell’Efta è guidato dalla Svizzera e, secondo dati preliminari, è seguito dalla Norvegia, mentre Islanda e Liechtenstein hanno uno scambio ridotto. Con l’imminente entrata in vigore dell’accordo di libero scambio Mercosur-Efta, si prevede che il commercio bilaterale con tutti i membri del blocco si espanderà e si diversificherà nei prossimi anni.

La Norvegia è una delle economie più sviluppate del blocco europeo, con un profilo esportatore fortemente legato alla produzione di energia, all’industria della pesca e alle tecnologie marittime. Tra i suoi principali beni di esportazione a livello globale figurano il gas di petrolio, i fertilizzanti, i pesticidi e i prodotti del mare.

L’Islanda possiede un’economia focalizzata sulla pesca, sull’energia geotermica e sull’innovazione tecnologica, specialmente in ambiti come la biotecnologia. Le sue esportazioni globali sono dominate da prodotti ittici, acqua minerale e apparecchiature mediche.

Il Liechtenstein, il Paese più piccolo del blocco, ha un’economia altamente industrializzata e orientata ai servizi finanziari. A livello globale esporta principalmente macchinari di precisione, componenti elettronici e servizi finanziari specializzati. Data la sua dimensione, il commercio bilaterale con l’Argentina è praticamente inesistente, ma il trattato potrebbe generare un quadro favorevole allo sviluppo di legami commerciali tra piccole e medie imprese, specialmente in nicchie industriali o tecnologiche.

Il processo di negoziazione

L’Efta, creata nel 1960, è un’organizzazione intergovernativa che promuove il libero scambio e l’integrazione economica.

Le negoziazioni dell’accordo sono iniziate formalmente nel giugno 2017, a Buenos Aires, dopo un periodo esplorativo avviato nel marzo 2015. Da allora, si sono svolti 14 cicli di negoziati.

A partire dal 2025, le parti hanno intensificato il dialogo per aggiornare i progressi raggiunti fino all’agosto 2019, con l’obiettivo di adattare il trattato alle sfide attuali. La fase finale ha incluso tre cicli in presenza a Buenos Aires e numerosi incontri virtuali.

Prossimi passi

La firma del trattato è attesa nei prossimi mesi. Secondo quanto dichiarato dalla segretaria di Stato per gli Affari Economici della Svizzera, Helene Budliger Artieda, l’intenzione è di concretizzarla “il prima possibile”.

Tuttavia, per entrare in vigore, ciascun Paese membro dovrà approvarlo individualmente, il che potrebbe richiedere tempo, dato che ognuno ha le proprie procedure. Nel caso della Svizzera, ad esempio, oltre all’approvazione parlamentare, l’accordo potrebbe essere sottoposto a referendum se venisse raccolto il numero di firme necessario per convocarlo.

Nonostante le incertezze sui tempi, dal blocco europeo hanno definito l’attuazione dell’accordo come “una priorità assoluta”.