BERLINO – Per quanto significativo possa essere un sondaggio estivo, in Germania secondo il Trendbarometer delle reti RTL/NTV Alternative für Deutschland (AfD) è la prima forza politica con il 26%, mentre CDU e CSU arrivano ad appena il 24%. La SPD è sempre ferma al 13%, come anche i verdi, mentre la Linke è all’11%.

Non è la prima volta che AfD supera l’Unione di CDU e CSU: già nella seconda metà di aprile sempre il Trendbarometer aveva indicato il partito di destra come la prima forza politica nel gradimento degli elettori.

Per la CDU-CSU il 24% è un valore estremamente negativo, con il quale nel 2021 l’Unione perse le elezioni contro la SPD di Olaf Scholz.

C’è un altro dato rilevante: proprio oggi sono esattamente 100 giorni dall’insediamento di Friedrich Merz alla Cancelleria federale e il sostegno nell’elettorato è sceso ai minimi storici: solo il 29% degli intervistati è soddisfatto del suo operato (-3 punti percentuali), mentre il 67% si dice insoddisfatto.

Secondo un altro rilevamento di Inda, commissionato dalla Bild, pubblicato alcuni giorni prima, il 60% degli interpellati esprime insoddisfazione per l’operato del governo, segnala un nuovo sondaggio. Solo il 27% si dice soddisfatto (ai primi di giugno, un mese dopo l’insediamento del governo frutto dell’alleanza fra Cdu/Csu ed Spd, il 44% non era contento dell’azione dell’esecutivo e il 37% sì). 

Solo il 30% degli intervistati ha dichiarato di essere soddisfatto del lavoro di Merz, contro il 43 per cento che aveva detto lo stesso di Scholz dopo i suoi primi 100 giorni. In totale, il 68% ha affermato che Merz non è migliore di Scholz come cancelliere.

L’umore nel settore privato tedesco, da lungo tempo in difficoltà, non è più positivo. Un sondaggio separato su mille dirigenti, condotto per WirtschaftsWoche, una rivista economica, ha rilevato che il 59% di loro era insoddisfatto di Merz e solo il 39% ne era soddisfatto, nonostante i suoi stretti legami con il mondo imprenditoriale. 

Alla domanda sulle prospettive economiche del Paese, il 21% ha affermato di aspettarsi una ripresa nei prossimi 12 mesi, mentre il 59% ha dichiarato di ritenere che le cose peggioreranno.

I dati personali di Merz nei sondaggi sono contrastanti. In un terzo sondaggio recente, il DeutschlandTrend dell’emittente pubblica ARD, il 42% degli elettori ha detto di ritenere che Merz sia all’altezza del ruolo di Cancelliere e il 34% ha affermato che saprebbe comunicare “in modo convincente”.  Tuttavia, il 66% lo considera inaffidabile e il 56% dubita che possa “guidare bene il Paese attraverso una crisi”.

La spiegazione più ovvia per il malcontento diffuso nel Paese è il conflitto interno nella coalizione di Merz tra la CDU, la SPD e la CSU bavarese. Da oltre quattro settimane le prime pagine nazionali sono dominate da un’aspra battaglia sul tentativo dell’SPD di nominare Frauke Brosius-Gersdorf, una professoressa di diritto di orientamento liberale, a un incarico presso la Corte costituzionale. Dopo una campagna dei conservatori volta a dipingere Brosius-Gersdorf come un’attivista “ultra-sinistra” che avrebbe distrutto il fragile consenso giuridico su aborto e altri temi, la CDU ha ritirato il voto di conferma al Bundestag.

Alla fine, la scorsa settimana, la stessa Brosius-Gersdorf ha ritirato la propria candidatura, ma figure di primo piano, tra cui il presidente Steinmeier, hanno avvertito che la disputa, giudicata indecorosa, ha danneggiato non solo la reputazione della coalizione agli occhi dell’opinione pubblica, ma anche il tessuto stesso delle istituzioni statali tedesche.

L’economista Veronika Grimm, che siede nel Consiglio degli esperti economici - cinque economisti nominati dal Presidente incaricati di valutare e consigliare le politiche economiche del governo - spiega in una intervista al gruppo editoriale Funke che, se da un lato l’economia mostra qualche segno di speranza e gli indicatori chiave sulla percezione dell’economia sono lievemente migliorati, “il governo deve ancora partorire”.

Grimm critica la coalizione di governo per aver distribuito “mancette finanziarie”, come l’aumento delle pensioni, sussidi sui combustibili diesel per gli agricoltori e ristori per il settore dell’ospitalità, senza un piano a lungo termine. “La Germania deve fare i suoi compiti a casa e affrontare profonde riforme. Sono stati distribuiti così tanti regali elettorali che si stanno aprendo immensi buchi di bilancio, e questo prima di una discussione degli aumenti delle tasse”, ha aggiunto, sollecitando tagli per le tasse sulle imprese.