CITTÀ DEL MESSICO - In Messico, con il sostegno di tutte le forze politiche, il Senato ha approvato una riforma che eleva a livello costituzionale il riconoscimento e la tutela dei diritti dei popoli indigeni e afromessicani, e obbliga lo Stato a garantire la loro cultura e identità.
Con 128 voti unanimi, la plenaria del Senato ha approvato in generale e in particolare la riforma costituzionale che riconosce i popoli e le comunità indigene e afro-messicane come soggetti di diritto pubblico, con personalità giuridica e patrimonio propri.
Il testo aggiunge e abroga il secondo articolo della Costituzione messicana sui popoli indigeni e propone di riconoscere i popoli indigeni come soggetti di diritto pubblico, con personalità giuridica e patrimonio propri. In Messico ci sono più di 23 milioni di membri di queste comunità, su un totale di 126 milioni di abitanti.
I popoli e le comunità indigene potranno partecipare, ai sensi dell’articolo 3 della Costituzione, alla costruzione di modelli educativi che riconoscano la composizione pluriculturale della nazione sulla base delle loro culture, lingue e metodi di insegnamento e apprendimento.
Il testo afferma inoltre che la medicina tradizionale, così come l’ostetricia per la gravidanza, il parto e l’assistenza post-parto, dovrebbero essere sviluppate, praticate, rafforzate e promosse, riconoscendo le persone che le praticano, comprese le loro conoscenze e pratiche sanitarie.
Tra le altre questioni, garantisce anche il diritto delle donne indigene e afro-messicane a partecipare effettivamente e in condizioni di parità ai processi di sviluppo integrale dei loro popoli e delle loro comunità e ai processi decisionali pubblici. Inoltre, promuove e rispetta i loro diritti di accesso all’istruzione, alla salute, alla proprietà e al possesso della terra e ad altri diritti umani.
Secondo la deputata Vanessa López (Partido del Trabajo), l’iniziativa presentata dall’esecutivo il 5 febbraio è un’opportunità per “saldare il debito storico” nei confronti dei popoli indigeni del Messico.
L’iniziativa è stata approvata in un insolito contesto di accordo totale tra Morena e l’opposizione. “Ci stiamo muovendo nella giusta direzione per ripagare il debito storico con i popoli e le comunità indigene e afroamessicane, che fin dai tempi della colonia spagnola hanno subito l’esproprio e lo sfruttamento dei loro territori, così come la discriminazione delle loro culture e identità”, ha detto dalla tribuna la presidente della commissione Punti costituzionali, Ernestina Godoy.
I rappresentanti di vari gruppi etnici presenti alla sessione hanno applaudito l’approvazione finale della riforma, che è stata inviata alle legislature statali, dove dovrà essere approvata da almeno 17 dei 32 Congressi del Paese.