TEUCHITLÁN (JALISCO) – Sono stati condannati a 141 anni e tre mesi di carcere ciascuno i dieci uomini arrestati lo scorso settembre nel Rancho Izaguirre, nello Stato messicano di Jalisco.  

Lo ha comunicato la Procura dello Stato, specificando che la pesante condanna arriva al termine di un processo per i reati di sparizione forzata commessa da privati, sparizione forzata aggravata e omicidio qualificato, in danno di tre vittime. 

La sentenza rappresenta una delle pene più severe mai inflitte per questo tipo di crimini in Messico e si basa sul lavoro d’indagine condotto dalla Viceprocura per le Persone Scomparse, fin dal momento della detenzione degli imputati. 

Durante l’udienza di individualizzazione della pena, il Tribunale ha stabilito anche un risarcimento danni per un valore complessivo di quasi 1,3 milioni di pesos messicani.  

Secondo quanto comunicato, i condannati sono: Lennin “NN” (o Kevin “NN”), David “NN”, Gustavo “NN”, Christopher “NN”, Juan “NN”, Óscar “NN”, Erick “NN”, Luis “NN”, Ricardo “NN” e Armando “NN”.  

I dieci uomini erano stati arrestati a settembre 2024 nel Rancho Izaguirre, situato nella comunità di Estanzuela, nel comune di Teuchitlán (Jalisco occidentale), dopo un’operazione delle forze della Guardia Nazionale.  

Le forze dell’ordine erano intervenute per un’allerta di spari d’arma da fuoco. All’arrivo sul posto, sono stati accolte da colpi, ai quali hanno risposto per poi entrare nel ranch. All’interno sono stati arrestati i dieci oggi condannati. È stato inoltre rinvenuto un corpo senza vita e sono state liberate due persone prigioniere. 

Il Rancho Izaguirre àè stato più volte segnalato da attivisti per i diritti umani e da organizzazioni di ricerca dei desaparecidos come un possibile centro di addestramento e sterminio. Secondo quanto dichiarato dal procuratore generale del Messico, Alejandro Gertz Manero, il luogo avrebbe funzionato come centro di reclutamento per il Cartel Jalisco Nueva Generación (CJNG), uno dei gruppi criminali più potenti del Paese. 

Nel ranch sono stati rinvenuti resti ossei, indumenti e oggetti personali, elementi chiave per comprendere le attività criminali svolte nel luogo. Gertz Manero ha però sottolineato che non è stata trovata alcuna prova concreta dell’utilizzo del ranch come crematorio clandestino, anche se sono stati rilevati “scavi, fosse e resti di falò” compatibili con attività di questo tipo. 

La Procura ha ribadito, nel comunicato ufficiale, il proprio impegno nel contrastare l’impunità nei casi di sparizione forzata, sottolineando il valore di questa sentenza come precedente significativo nella lotta per la giustizia in Messico.