CITTÀ DEL MESSICO - Le due Camere del Parlamento del Messico hanno approvato una modifica alla clausola di “supremazia costituzionale”, proposta da Morena, il partito di maggioranza al governo.  

Questa riforma, che ha generato un intenso dibattito, stabilisce che le riforme alla Costituzione, come la recente che riguarda il potere giudiziario, non possano essere appellate una volta approvate dalle Camere.  

La ratifica alla clausola di supremazia costituzionale arriva in un momento profonda divisione nel Paese riguardo al bilanciamento tra il potere legislativo del Congresso e il potere giudiziario. 

Tanto la riforma del potere giudiziario come la riforma di supremazia costituzionale sono state criticate da diverse organizzazioni civili e politici dell’opposizione, che sostengono rappresentino un grave rischio per la democrazia e lo stato di diritto.

Si teme che tali riforme limitino la capacità dei cittadini e degli organismi di sottoporre a revisione popolare le decisioni del Congresso e mettano a rischio la divisione dei poteri, favorendo un regime autoritario.  

La Corte Suprema di Cassazione messicana ha tuttavia ammesso almeno cinque anzioni di incostituzionalità, promosse da partiti politici e parlamentari, contro la controversa riforma del potere giudiziario, che cambierebbe il modo in cui vengono eletti i magistrati e i giudici, compresi quelli che compongono la Corte Suprema.  

Con questa riforma le candidature verrebbero inizialmente sottoposte all’analisi di un comitato di valutazione composto da cinque personità “riconosciute nell'attività giuridica”, ma i funzionari verrebbero poi eletti attraverso il voto popolare. 

Il Laboratorio di impatto sullo stato di diritto della facoltà di Giurisprudenza della Stanford University (Usa) e il Collegio degli avvocati messicani hanno avvertito che le modifiche proposte nella riforma “costituiscono una minaccia diretta all’indipendenza giudiziaria, violano standard internazionali e minano la democrazia in Messico”. 

In un rapporto pubblicato lo scorso maggio, si sottolinea che “pochissimi Paesi al mondo scelgono i giudici tramite voto popolare. Tra questi, solo Bolivia e Stati Uniti utilizzano elezioni giudiziarie per selezionare i giudici dei tribunali con giurisdizione costituzionale. L'esperienza di questi due paesi conferma che le elezioni giudiziarie compromettono l’indipendenza e l’imparzialità del sistema giudiziario”. Per esempio un giudice, per essere rieletto, potrebbe orientare le proprie sentenze sulla base delle richieste dell’opinione pubblica.

La presidente Claudia Sheinbaum ha difeso la modifica alla clausola di supremazia costituzionale, sostenendo che non introduce nuovi principi, ma formalizza disposizioni già previste dalla “legge di appello”. Secondo la sua prospettiva, l’obiettivo è evitare “l'attivismo politico” di giudici e magistrati che hanno annullato riforme precedentemente approvate dal Congresso, dando priorità alla volontà popolare.