WASHINGTON - Prende il via oggi a Washington uno dei più grandi processi per antitrust della storia americana: Meta dovrà dimostrare di non avere violato le leggi sulla concorrenza con l’acquisto di Instagram e WhatsApp. Il caso era stato avviato dalla Federal Trade Commission (Ftc), l’agenzia antitrust americana, dopo un’indagine di quasi sei anni.
In gioco per Mark Zuckerberg c’è non solo un giro d’affari pubblicitario da 1,4 trilioni (miliardi di miliardi) di dollari, ma anche la prospettiva di dover vendere Instagram e WhatsApp. Così come 40 anni fa, nel 1984, il gigante telefonico AT&T era stato costretto a rompere il suo monopolio.
L’udienza si aprirà con le dichiarazioni degli avvocati della Ftc e di Meta davanti al presidente della corte distrettuale del Columbia, James Boasberg. Il processo potrebbe durare dalle sette alle otto settimane: saranno esaminati faldoni e faldoni di prove, e sentite decine di testimoni, compresi i vertici di Meta.
L’agenzia governativa prevede di chiamare sul banco dei testimoni l’amministratore delegato Zuckerberg, l’ex direttore operativo Sheryl Sandberg e il capo di Instagram, Adam Mosseri. Dovranno spiegare i termini dell’acquisizione di Instagram nel 2012, per 1 miliardo di dollari, e di WhatsApp nel 2014 per 19 miliardi.
Secondo la Ftc, Meta, che già possedeva Facebook, voleva liberarsi di tutti i concorrenti e di fatto creare un monopolio. In un’e-mail interna del 2012 che gli avvocati del governo hanno intenzione di presentare, Zuckerberg stesso aveva scritto che l’acquisto di Instagram è stato motivato dal desiderio di “neutralizzare un potenziale concorrente” e ammetteva di bisognava tenersi pronti “a pagare un sacco di soldi”. Secondo la Ftc, è la prova di una strategia illegale che ha degradato i servizi e messo gli utenti di Instagram in balia di tonnellate di pubblicità.
Zuckerberg, terzo uomo più ricco al mondo, sarebbe però sicuro di vincere e respinge gli argomenti della Ftc. In aula si difenderà sostenendo che, da quando ha rilevato Instagram, i 2 miliardi di utenti hanno apprezzato un miglioramento dei servizi.
Fatto non secondario, poi, il patron di Meta si è avvicinato a Donald Trump e, per ingraziarsi la nuova amministrazione, non solo ha donato 1 milione di dollari alla campagna di Trump, ma ha accettato tra l’altro di allentare le regole sulla moderazione dei contenuti nelle sue piattaforme. E non è detto che questo non ammorbidisca la linea della Ftc.
Di certo, con gli enormi interessi in ballo, il giudice Boasberg non deciderà a cuor leggero. L’antitrust “dovrà affrontare domande difficili sulla tenuta delle sue accuse in tribunale”, ha avvertito.