MELBOURNE – Sebbene chiunque conosca la tragedia di Romeo e Giulietta nella versione del poeta e drammaturgo inglese William Shakespeare, non è altrettanto noto da dove ne abbia preso l’ispirazione. L’opera di Shakespeare, composta tra il 1594 e il 1596, e apprezzata in tutto il mondo per il racconto di una storia d’amore struggente, si rifà a una versione antecedente, scritta dal novelliere italiano Matteo Bandello. 

Bandello, vissuto tra il 1485 e il 1561, durante il Rinascimento italiano, ha prodotto 214 novelle, con l’intento di descrivere la società del suo tempo.

Molte delle opere di Bandello sono state tradotte in quegli anni, sia in inglese che in francese, e le sue storie hanno rappresentato per Shakespeare una fonte di grande ispirazione, tanto che dalle sue novelle sono tratte due delle opere più importanti del poeta inglese: Molto rumore per nulla e Romeo e Giulietta.

La storia dei due amanti veronesi raccontata da Bandello è stata studiata e recentemente tradotta in inglese da Michael Curtotti, appassionato di letteratura italiana con un particolare interesse per le novelle italiane rinascimentali. 

“Essendo nato in una famiglia italiana, sono sempre stato circondato da quella cultura, ma è solo più tardi negli anni che mi hanno incuriosito anche la letteratura e la storia, in particolare del periodo rinascimentale”, ha raccontato.

Con la volontà di portare la novella di Bandello a quante più persone possibile, Curtotti ha deciso di tradurla, forse anche convinto dal fatto che, nella versione del film Shakespeare in Love, si facesse credere che l’ispirazione per Romeo e Giulietta fosse nata a Londra dall’impresario teatrale Christopher Marlowe.

“Ovviamente quello era semplicemente un ottimo espediente narrativo - ha puntualizzato -, ma io volevo portare alla luce l’opera di Bandello”. E così, un avvocato che lavora per dare supporto legale pro bono agli studenti dell’Australian National University si è trasformato in un paziente traduttore. 

“Affrontare un’opera per tradurla richiede un approccio molto diverso da quello che si usa quando la si legge: devi guardare le parole da vicino, capendone non soltanto il significato, ma il sentimento che vogliono esprimere”, ha spiegato. 

E, sebbene le due versioni di Romeo e Giulietta siano molto simili sia nella trama sia nei personaggi, ciò che le differenzia è soprattutto lo stato d’animo dei protagonisti. “Il mondo di Bandello è molto più emotivo e diretto - ha sottolineato il traduttore -, con una lingua molto diversa. Mentre Shakespeare tende a rappresentare le emozioni in poesia, Bandello sceglie di mostrare l’esperienza diretta del personaggio”. 

“I due autori sono ovviamente influenzati dalla rispettiva cultura di appartenenza; la mamma di Giulietta, ad esempio, è al centro della storia del novelliere italiano, assume il ruolo di un personaggio importante, mentre nella versione shakespeariana non è così”.

Un altro aspetto in cui la differenza culturale appare centrale è l’approccio alla mascolinità, perché, se da un lato Shakespeare si fa interprete del suo tempo evitando di dipingere Romeo come un uomo capace di provare emozioni forti, dall’altro il Romeo italiano vive sentimenti travolgenti, che oscillano dal senso di colpa alla disperazione per la perdita dell’amata, senza possibilità di contenere l’afflizione.

La maestria di Shakespeare risulta evidente in alcuni dettagli, come ha fatto notare Michael Curtotti, che spiega come il poeta inglese sia stato capace di “rendere drammatici alcuni passaggi importanti della storia, cambiando il punto di vista, portando al centro elementi che, nella versione meno nota, erano solo sullo sfondo, come la rivalità tra Montecchi e Capuleti”.

Un processo molto appassionante quello che l’ha portato a tradurre quest’opera commovente, tanto da spingerlo a non fermarsi e fare lo stesso con altre novelle, tra cui, la più recente, quella della Desdemona di Giovan Battista Giraldi Cinzio, da cui è poi nato l’Otello di Shakespeare. 

Non solo drammi, ma anche poesia, dall’italiano e dall’arabo, l’altra sua passione, per creare una collezione che Curtotti ha poi reso disponibile fondando una piccola casa editrice - Beyond Foreignness -, con libri disponibili nella doppia lingua e testo a fronte, italiano e inglese.

Un lavoro grazie al quale ha ricostruito il legame profondo con le radici della sua famiglia, originaria di San Severo, in Puglia, dove ha vissuto per due anni, prima di arrivare in Australia con i suoi genitori.

“Un cammino che mi ha aiutato a riconnettermi con la mia cultura e portare alla luce un tipo di letteratura che pochi conoscono”.