WASHINGTON - Gli aeroporti più trafficati degli Stati Uniti, da New York a Los Angeles, da Chicago ad Atlanta, si preparano a giorni di caos dopo che la Federal Aviation Administration (FAA) ha ordinato una riduzione del traffico aereo del 10% in tutto il Paese a causa del blocco del governo federale.

Secondo un elenco diffuso alle compagnie aeree e ottenuto dall’Associated Press, la misura interesserà 40 aeroporti ad alto volume di traffico, inclusi gli scali di Dallas, Orlando, Miami, San Francisco e le rotte verso le Hawaii, molto frequentate anche dai viaggiatori australiani.

Con l’entrata in vigore della riduzione già da oggi (ora locale), le compagnie aeree stanno correndo ai ripari per decidere quali rotte tagliare, mentre milioni di passeggeri attendono di sapere se i loro voli partiranno come previsto.

Ogni giorno, la FAA gestisce oltre 44mila voli tra passeggeri, cargo e jet privati. La riduzione del traffico potrebbe quindi significare migliaia di cancellazioni e ritardi in tutto il Paese. Alcuni vettori hanno annunciato che concentreranno i tagli su collegamenti con città medie e piccole, per ridurre al minimo i disagi sui voli intercontinentali.

“Questa decisione avrà un impatto evidente sull’intero sistema di trasporto aereo statunitense”, ha dichiarato l’analista del settore Henry Harteveldt, sottolineando che il rischio di congestione sarà “inevitabile”.

La FAA ha spiegato che la misura serve a mantenere la sicurezza dei voli, poiché molti controllori di volo, costretti a lavorare senza stipendio durante lo shutdown, stanno mostrando segni di forte stress e affaticamento.

“Abbiamo già registrato carenze di personale che hanno costretto a ritardi e cancellazioni”, ha dichiarato l’ente in un comunicato.

Il presidente della National Air Traffic Controllers Association, Nick Daniels, ha avvertito che anche se il governo dovesse riaprire nel fine settimana, gli effetti del blocco si protrarranno per mesi, influenzando il traffico aereo fino a Natale.

“Ci vorranno mesi per uscire da questa situazione - ha detto Daniels -. C’erano ritardi prima del blocco, ci sono ritardi ora e ce ne saranno ancora dopo”.