SYDNEY - All’alba di questa mattina, Bondi Beach si è trasformata in un luogo di raccoglimento e partecipazione collettiva.
Migliaia di surfisti e residenti si sono riuniti per un paddle-out commemorativo in ricordo delle vittime della sparatoria di domenica, avvenuta durante le celebrazioni di Hanukkah by the Sea. Un gesto carico di significato per una comunità profondamente colpita dalla violenza.
L’iniziativa, partita alle 6.30 del mattino, è stata organizzata da gruppi locali di surf e di corsa, tra cui Bondi Boardriders e il Four Forty Run Club. I partecipanti si sono dati appuntamento davanti al surf club di North Bondi, a pochi metri dal punto in cui gli attentatori avevano aperto il fuoco. In migliaia si sono raccolti sulla sabbia prima di entrare in acqua insieme, mentre chi non si sentiva sicuro tra le onde è rimasto sulla passeggiata costiera, abbracciandosi e sostenendosi a vicenda.
Bondi Boardriders aveva annunciato l’evento il giorno precedente, invitando la comunità a “riprendersi la spiaggia in questo momento di oscurità”. Nel messaggio diffuso sui social, il gruppo ha chiesto attenzione reciproca tra chi era in acqua, ricordando che il dolore condiviso rendeva il gesto ancora più delicato. L’appello era chiaro: diffondere “luce, amore e compassione” attraverso il legame con l’oceano.
Una volta in mare, oltre 700 persone su tavole da surf, rescue board e racing mal hanno formato un grande cerchio umano sulla superficie dell’acqua. È seguito un minuto di silenzio, osservato mentre dalla riva migliaia di presenti assistevano in raccoglimento. All’iniziativa hanno partecipato anche surf lifesavers provenienti da altre spiagge, in segno di solidarietà con Bondi.
Gli organizzatori hanno sottolineato che il paddle-out era dedicato non solo alle vittime, ma anche ai feriti e ai soccorritori: bagnini, polizia del NSW e paramedici intervenuti durante l’attacco. “Stiamo insieme nella compassione, nella riflessione e nella speranza”, hanno scritto, ricordando che, sebbene l’attacco fosse diretto alla comunità ebraica, l’impatto ha colpito l’intera città.
Tra le persone ricordate c’è il rabbino Eli Schlanger, residente a Bondi da oltre vent’anni e ucciso nell’attacco. È stato descritto come qualcuno che “sceglieva la luce invece dell’oscurità, la compassione invece dell’odio, l’unità invece della divisione”.
Gli organizzatori hanno spiegato che questa uscita in mare rappresenta anche uno degli ultimi gesti legati al suo impegno, ispirato ai valori universali del progetto Noah, volto a unire persone di ogni origine attorno a gentilezza e responsabilità.
Sulla spiaggia, il clima era di dolore ma anche di determinazione. “Vivo qui da più di trent’anni ed è devastante quello che è successo - ha detto una persona presente -. Ma vedere Bondi così unita è qualcosa di speciale”.
Intanto, la polizia ha confermato l’identità della quattordicesima vittima: Adam Smyth, 50 anni.
Il cerchio sull’oceano si è sciolto lentamente, lasciando dietro di sé un messaggio chiaro: la comunità non si lascia dividere.