WASHINGTON - Il Dipartimento per la Sicurezza Interna (DHS) ha annunciato che il contributo per il cosiddetto “self-deport” salirà a 3mila dollari, rispetto ai 1.000 previsti in precedenza, per chi aderirà all’offerta entro la fine dell’anno.

Il pacchetto include anche il biglietto aereo gratuito verso il Paese di origine e richiede l’utilizzo dell’applicazione CBP Home, la nuova versione della piattaforma digitale già nota come CBP One.

Quest’ultima era stata impiegata dall’amministrazione Biden per consentire l’ingresso regolare negli Stati Uniti di alcuni migranti, ma è stata riformulata dall’attuale governo per facilitare le partenze volontarie.

La segretaria alla Sicurezza Interna, Kristi Noem, ha accompagnato l’annuncio con toni intransigenti. “Gli immigrati irregolari dovrebbero approfittare di questa opportunità e andarsene volontariamente, perché in caso contrario li troveremo, li arresteremo e non potranno più tornare”, ha dichiarato in una nota ufficiale. Il messaggio si inserisce nella strategia di deterrenza che l’amministrazione Trump ha rilanciato sin dal suo insediamento a gennaio.

Secondo il DHS, il costo medio per arrestare, trattenere e rimpatriare una persona priva di status legale si aggira attorno ai 17mila dollari. L’incentivo economico, dunque, viene presentato come una soluzione più rapida ed economicamente vantaggiosa per ridurre la presenza irregolare nel Paese, alleggerendo allo stesso tempo il carico sui centri di detenzione e sulle forze dell’ordine.

Donald Trump aveva promesso una stretta senza precedenti sull’immigrazione, con l’obiettivo dichiarato di espellere fino a un milione di persone all’anno. Finora, nel corso dell’anno, le espulsioni sono state circa 622mila, un dato elevato ma inferiore alle ambizioni annunciate durante la campagna elettorale.

Guardando al 2026, l’amministrazione si prepara a un’ulteriore escalation. Sono previsti miliardi di dollari in nuovi finanziamenti, l’assunzione di migliaia di agenti per l’immigrazione, l’apertura di nuovi centri di detenzione e una maggiore collaborazione con società private per individuare chi vive negli Stati Uniti senza permesso.

In questo quadro, l’aumento del bonus per l’auto-rimpatrio rappresenta un tassello chiave di una strategia che combina incentivi economici e pressione repressiva.