ROMA - A Palazzo Chigi si è tenuto un vertice di governo sul dossier immigrazione dopo l’improvviso picco di sbarchi registrato nelle ultime settimane.

Erano presenti il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il vicepremier Antonio Tajani, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e quello dell’Interno Matteo Piantedosi.  

Nei primi 27 giorni di gennaio - indicano i dati del Viminale - sono sbarcate 3.074 persone sulle coste italiane, con un aumento del 136% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando via mare ne giunsero 1.305. 

Nel corso del vertice è stato fatto il punto della situazione anche alla luce delle informazioni di intelligence, secondo cui l’aumento di arrivi sarebbe legato a un vuoto di potere prodottosi su parte della costa della Tripolitania.  

In questo contesto, alcune milizie hanno preso il controllo di alcuni porti strategici e hanno cercato di fare ingenti guadagni facendo partire numerose imbarcazioni in pochi giorni. La situazione, tuttavia, sembrerebbe adesso più stabile, grazie anche alla condizione del mare, meno favorevole alle partenze. 

Il governo, sempre a quanto si apprende, punta ad avviare interlocuzioni con Bangladesh e Pakistan, i Paesi di provenienza del maggior numero di migranti quest’anno, per frenare le partenze. 

“Era un vertice sull’immigrazione già convocato da prima”, ha detto Tajani, ribadendo l’intenzione di “andare avanti” con il centro in Albania. 

Almeno 32 persone sono morte sulla rotta del Mediterraneo centrale dall’inizio dell’anno al 25 gennaio, secondo quanto rende noto l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), nel suo ultimo aggiornamento pubblicato su X. Nello stesso periodo, precisa l’agenzia dell’Onu, i migranti intercettati in mare e riportati in Libia sono stati 1806, di cui 1513 uomini, 213 donne e 80 minori.