CANBERRA – Il direttore del dipartimento degli Interni, Mike Pezzullo, ha dichiarato davanti alla Commissione stime del Senato, che riportare a casa donne australiane, compagne di guerriglieri dello Stato islamico, e i loro figli, ora rinchiusi in campi profughi in Siria, sarebbe “poco allettante, ad alto rischio e deplorevole”.
Con un’affermazione palese, Pezzullo ha detto, durante il suo intervento, che “sarebbe stato meglio se le donne non si fossero recate in Siria, una zona di conflitto, in partenza”.
Le famiglie intrappolate nei centri profughi in Siria, hanno fatto appello al governo federale affinché faccia il possibile per rimpatriarle prima dell’avanzata delle forze turche nel territorio siriano.
Il governo australiano ha, a più riprese, confermato che non intende mettere vite australiane a rischio in un’operazione militare di salvataggio, e Pezzullo, rispondendo ad una domanda della senatrice laburista Kristina Keneally sull’ipotesi che il governo australiano, come del resto quello inglese, sfrutti i cinque giorni di pause dell’offensiva turca per rimpatriare i propri cittadini, ha definito l’operazione “ancora troppo rischiosa”.
Durante l’audizione il general-maggiore Craig Furini, capo dell’operazione frontiere sovrane, ha anche rivelato che finora hanno usufruito della legge ‘medevac’, che facilita il trasferimento di richiedenti asilo dai centri extraterritoriali, in Australia, per ricevere cure mediche, 135 persone, ma solo in 13 casi è stato necessario il ricovero e in sei casi sono stati sollevati problemi di sicurezza.
Il Senato, alla riapertura dei lavori il prossimo mese, prenderà in esame la proposta del governo Morrison per abrogare la legge ‘medevac’, varata lo scorso anno quando l’esecutivo conservatore era in minoranza alla Camera, a seguito delle dimissioni dell’ex primo ministro Malcolm Turnbull.