La stella dell’Inter, giusto per rifarci all’articolo di una settimana fa, ha smesso di splendere a Riyad dove ha perso ai rigori la semifinale con il Bologna, sua ormai consolidata bestia nera. Deludenti gli uomini di Chivu, il quale non ha neanche utilizzato Calhanoglu, fra l’altro il miglior tiratore dal dischetto, e non ha avuto dalla panchina risposte accettabili. Brutta squadra, dal gioco monotono e lento, vittoriosa solo con la Roma negli incroci con le grandi in campionato e nelle coppe. E non si tratta solo di una questione mentale, basti sottolineare la fragilità della fase difensiva per il mancato apporto dei centrocampisti in fase di non possesso. Il gol in apertura di Thuram sembrava il prologo a una serata entusiasmante: niente di tutto questo. È come se il sipario fosse calato anzitempo nel corso d’una opera incompiuta. Ancora più inguardabile il Milan, orfano per scelta di Modric, strapazzato dal Napoli per tutta la gara. Infortunato Leao, Allegri non può sempre aggrapparsi a Pulisic. E la difesa va troppo spesso in tilt.

Il Bologna può ripetere l’impresa riuscita in Coppa Italia per la soddisfazione di Italiano che dovrà rinunciare a Bernardeschi per la frattura alla clavicola. A sua volta Conte non vede l’ora di alzare un altro trofeo per mettere a tacere le cassandre di sua conoscenza. Giusto così perché toccherà ai vincitori del campionato e della Coppa Italia contendersi stasera il ricco trofeo, come un tempo. In risposta a chi si chiede perché si giochi a Riyad, capitale dell’Arabia Saudita, consiglio di dare un’occhiata al montepremi: 2,4 milioni alle squadre sconfitte in semifinale, 6,7 alla finalista, 9,5 a chi alzerà la Supercoppa. Ma ai tecnici delle milanesi deve essere importato poco viste le scelte di formazione.

Gli scampoli della 16sima giornata, che si completerà a metà gennaio, hanno regalato un verdetto pesante, quello relativo alla netta affermazione della Juventus sulla Roma con conseguente vista sulla Zona Champions. La partita è rimasta in bilico fino al 40’ quando Conceicao ha messo in subbuglio la difesa giallorossa con due perentori inserimenti in area, il secondo concluso in gol. Da quel momento è stata solo Juventus che ha raddoppiato con Openda dopo aver sfiorato il raddoppio in altre 3-4 circostanze. “Ci siamo anche noi”, il sommesso urlo di Spalletti. Mai come a Torino la difesa romanista, priva di Hermoso e Ndicka, ha vacillato. E Gasperini, invece di cercare alibi dopo il quarto ko con le grandi, ha inviato un messaggio chiaro alla proprietà: “Non siamo completi. E se continuiamo a perdere con le rivali di alta classifica, vuol dire che ci manca qualcosa”. Decisa la bocciatura di Ferguson, Bailey e di un altro paio di errati acquisti estivi.

Fa rumore anche la prima vittoria della Fiorentina alla vigilia del presunto arrivo di Paratici. E non solo per la cinquina inflitta all’Udinese. Vanoli ha cambiato modulo. E lo spogliatoio ha dato segni di coesione.