BUENOS AIRES - Il presidente dell’Argentina, Javier Milei, nel suo discorso al Forum Economico Mondiale di Davos,  ha criticato l’ideologia woke e le sue ramificazioni, inclusi il femminismo “radicale” e l’ideologia di genere. Davanti a importanti leader politici e del mondo della finanza, Milei ha paragonato queste idee a “un cancro da estirpare” e ha sottolineato la necessità di un cambiamento di paradigma in Occidente.

Milei ha sostenuto che le idee promosse in forum internazionali come Davos hanno spinto politiche che, secondo lui, ostacolano il progresso e favoriscono l’interventismo statale. Nel suo discorso, ha sottolineato con foga che la “ideologia woke” è diventata una “epidemia” che sta influenzando le società moderne, al punto da essere un ostacolo per la libertà individuale e la prosperità economica.

La parola woke proviene dall’inglese e significa “sveglio” o “consapevole”. Il termine è nato all’interno della comunità afroamericana negli Stati Uniti in riferimento a uno stato di consapevolezza contro l’ingiustizia sociale e relativa denuncia. 

Il concetto ha riacquistato rilevanza nell’ultimo decennio, grazie al movimento Black Lives Matter, nato come risposta alla violenza della polizia contro le persone di origine africana.

Tuttavia, in quell’occasione il suo significato si è ampliato e si è cominciato a utilizzare il termine al di fuori del contesto della comunità nera. Oggi si riferisce alla consapevolezza sociale e politica riguardo le questioni di giustizia sociale, uguaglianza e discriminazione. Il movimento woke difende le minoranze, come persone di colore, donne e la comunità LGBTQ+.

Quando la pandemia stava giungendo al termine, una parte della destra mondiale ha cominciato ad usare il termine in modo dispregiativo.

Il concetto è stato utilizzato, ad esempio, nella dichiarazione congiunta che Javier Milei e la premier italiana Giorgia Meloni hanno rilasciato alla Casa Rosada nel mese di novembre, in cui si sono pronunciati “contro il virus woke”.

A Davos, il presidente argentino ha anche parlato della sua visione sul femminismo, definendolo una distorsione del concetto di uguaglianza, e ha messo in discussione la legislazione sull’ideologia di genere. Ha sostenuto che queste politiche comportano un “costo assurdo” per lo Stato, come il finanziamento di trattamenti e interventi chirurgici per coloro che scelgono di cambiare sesso in base alla loro autopercezione.

Inoltre, ha definito la “nefasta ideologia di genere” come una delle principali cause dell’intervento statale inutile.

Durante il suo intervento, Milei ha fatto riferimento a diversi leader internazionali con cui condivide affinità ideologiche, come Donald Trump, l’imprenditore Elon Musk, Giorgia Meloni e altri esponenti della destra globale.

“Soffiano venti di cambiamento in Occidente,” ha dichiarato il presidente, sottolineando che, sebbene alcuni si oppongano al cambiamento, altri, come lui, hanno lottato per anni per una trasformazione delle politiche occidentali.

Il presidente ha anche fatto appello alla riduzione delle dimensioni dello Stato, una delle principali bandiere del suo mandato, e ha proposto che l’agenda dei Paesi dovrebbe concentrarsi unicamente sulla difesa dei diritti fondamentali: la vita, la proprietà e la libertà. “La nostra prima crociata deve essere la drastica riduzione delle dimensioni dello Stato,” ha sottolineato.

Nel suo discorso, Milei ha riaffermato la sua posizione di sfida al multilateralismo e alle organizzazioni sovranazionali, lasciando intendere la possibilità che l’Argentina si allontani da accordi internazionali come l’Accordo di Parigi – un trattato internazionale sul cambiamento climatico volto a limitare il riscaldamento globale – e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), in linea con le politiche di Trump.

Il presidente argentino ha concluso il suo intervento esortando i leader mondiali ad abbracciare il “modello della libertà”, assicurando che l’Argentina è già su quella strada. Questo discorso ha segnato una nuova fase della sua partecipazione a Davos, consolidando la sua immagine di difensore del liberalismo economico e critico feroce del progressismo globale.

Prima del Forum di Davos, ha incontrato il suo omologo ucraino, Volodimir Zelensky. Sebbene non siano stati resi noti dettagli sul discorso, è circolato un video in cui si vedono entrambi i presidenti salutarsi in modo affettuoso. “My friend!” ha esclamato Milei vedendo il presidente ucraino, prima di abbracciarlo calorosamente.

Milei con al presidente dell’Ucraina, Volodímir Zelensky.

Inoltre, il presidente argentino ha rilasciato un’intervista a Bloomberg, in cui ha affermato che il suo governo “è impegnato a eliminare le restrizioni valutarie”, il cosiddetto cepo cambiario, che ha definito “un evento che limita la libertà e danneggia la proprietà”.

Milei ha anche dichiarato che l’aumento delle riserve in valuta estera potrebbe accelerare il processo per uscire dal cepo. 

“Noi usciremo comunque, quando riusciremo a ricostruire l'equilibrio delle riserve presso la Banca Centrale –ha detto –. La differenza è che se otteniamo finanziamenti, l’uscita sarà più rapida. Qualsiasi tipo di accordo che facciamo, sia con il Fondo monetario internazionale che con fondi di investimento, non sarà utilizzato per finanziare il Tesoro, ma per riequilibrare il bilancio della Banca Centrale”.

Nella scorsa settimana è stato reso noto che il denaro prestato dal Fondo monetario internazionale (Fmi) all'Argentina è stato utilizzato interamente per mantenere il valore del dollaro.

Milei ha incontraro il CEO di Coca Cola, James Quincey.

Ieri il presidente ha partecipato a un incontro di lavoro con CEO e dirigenti di importanti aziende e gruppi, intitolato “Country Strategy Dialogue on Argentina”.

Oggi riceverà il “Premio Röpke”, conferito dal Liberales Institut, una think tank del pensiero liberale classico, fondata a Zurigo nel 1979. Alle 17.30 (ora argentina) partirà verso Buenos Aires, dove arriverà alle 9:00 di sabato, con uno scalo tecnico nella città di Recife, in Brasile.