BUENOS AIRES - Il Capo di Gabinetto argentino, Guillermo Francos, ha confermato che il presidente Javier Milei ha ordinato la declassificazione di tutti i documenti ufficiali relativi ai nazisti che trovarono rifugio in Argentina dopo la Seconda Guerra Mondiale. 

La decisione è arrivata dopo un incontro tra Milei e il senatore statunitense Steve Daines, da anni promotore dell’apertura di questi archivi, finora tenuti segreti.  

L’impegno del presidente argentino a rendere pubblici tali documenti era già stato preso la scorsa settimana, durante un incontro a Buenos Aires con i rappresentanti del Centro Simon Wiesenthal. In quell’occasione, il presidente aveva ricevuto una lettera del senatore americano Chuck Grassley, membro della commissione Giustizia del Senato, in cui si chiedeva la collaborazione dell’Argentina nelle indagini sui criminali di guerra tedeschi. 

Secondo gli storici, l’Argentina avrebbe ospitato circa 5.000 fuggitivi nazisti, tra cui Josef Mengele. Alcune figure di spicco sono note, per esempio Adolf Eichmann, catturato dal Mossad nel 1961 e portato in Israele, dove fu processato e condannato a morte. Il processo, seguito da Hannah Arendt come inviata del New Yorker, portò poi la filosofa a scrivere il saggio La banaltà del male (titolo originale: Eichmann in Jerusalem).

La documentazione che sarà resa pubblica potrebbe offrire nuovi dettagli e prove sul sostegno locale che ha permesso il loro arrivo e la loro protezione per decenni. 

“Nazisti che vennero a rifugiarsi in Argentina e che per molti anni furono protetti”, ha dichiarato Francos in un’intervista al canale DNews. L’ordine di declassificazione riguarda anche documenti relativi a operazioni bancarie e finanziarie, oltre agli archivi custoditi dal ministero della Difesa. 

Nel comunicato ufficiale, il presidente Milei ha chiesto di liberare “tutta la documentazione esistente in qualunque organismo dello Stato”, sottolineando che “non c’è più alcun motivo per continuare a proteggerla”. 

La misura è stata annunciata poche ore dopo un’altra decisione importante: la declassificazione dei documenti relativi alle attività delle Forze Armate durante l’ultima dittatura militare, tra il 1976 e il 1983. 

Il portavoce presidenziale Manuel Adorni ha dichiarato: “Il presidente ha ordinato la declassificazione totale di tutte le informazioni e documentazioni legate all’azione delle forze armate durante quel periodo.  

Questo include anche documenti prodotti in altri periodi, ma collegati alle stesse attività”. Adorni ha inoltre precisato che questi archivi, attualmente nelle mani della Side (i servizi segreti argentini), passeranno sotto la gestione dell’Archivio generale della Nazione, l’organo preposto alla conservazione e consultazione dei documenti storici.