MELBOURNE - La decisione, presa venerdì, sta a significare che circa la metà dei titolari di assicurazioni sanitarie private perderanno la copertura in 38 ospedali gestiti da Healthscope. I contratti con Bupa e AHSA termineranno rispettivamente il 20 febbraio 2025 e il 4 marzo 2025.

Healthscope ha giustificato la decisione citando il rifiuto degli assicuratori di accettare una nuova tariffa per le strutture ospedaliere, necessaria per colmare il divario tra i rimborsi assicurativi e i crescenti costi delle cure ospedaliere. Il CEO di Healthscope, Greg Horan, ha dichiarato che, in un contesto di chiusure di ospedali privati e costi in aumento, “è inaccettabile che gli assicuratori non riescano a finanziare adeguatamente l’assistenza per i loro membri, specialmente aziende come Bupa che vantano profitti record”.

L’AHSA rappresenta diversi fondi, tra cui Defence Health, Australian Unity, HBF, Police Health e Teachers Health Fund. La fine dei contratti avrà un impatto rilevante sugli oltre 6,6 milioni di membri di questi fondi.

Da parte sua, il settore assicurativo ha criticato Healthscope. Rachel David, CEO di Private Healthcare Australia, ha accusato l’operatore ospedaliero di creare instabilità nel sistema, affermando che aumenti superiori all’inflazione si tradurrebbero in costi più elevati per gli assicurati, spingendo molti a ridurre o abbandonare la copertura sanitaria.

La situazione riflette un problema più ampio: negli ultimi cinque anni, l’inflazione dei costi ospedalieri privati ha portato alla chiusura di 70 strutture in Australia. L’impatto di questa controversia potrebbe trasformarsi in un punto di svolta per il sistema sanitario privato del paese.