“Il filo che lega due persone deve essere molto elastico per non rompersi”... Quando Lucio Battisti fece ascoltare le sue canzoni a Mogol, quest’ultimo non ne rimase favorevolmente colpito. Lo racconta lo stesso Giulio Rapetti ripercorrendo le tappe fondamentali della sua vita e della sua carriera. “Me lo portò a casa una mia cara amica parigina, che si occupava di edizioni musicali e stava cercando un musicista italiano da promuovere in Francia. Mi fece ascoltare le sue canzoni, che non erano un granché e io lo dissi chiaramente a quel ragazzo”. Battisti reagì con filosofia: “Mi fece un sorriso luminoso, dicendo: ‘Sono d’accordo’. La mia amica invece rimase male e io, per metterci una pezza, invitai Lucio a venirmi a trovare, per lavorare a qualcosa insieme. Nacquero le prime tre canzoni, la terza era ‘29 settembre’”.
Giulio Rapetti, in arte “Mogol”, nasce il 17 agosto 1936 a Milano. Il suo nome rimarrà per sempre legato a quello di Battisti, molte delle cui canzoni sono considerate eterne rappresentanti della musica leggera italiana. Mogol è autore di numerosissimi testi, moltissimi successi, per la maggiorparte legati proprio alla musica di Battisti. Quando si parla della della cosiddetta professione di “paroliere” si pensa subito, quasi fosse un sinonimo, al nome di Mogol.
Ma negli anni dell’impegno politico, della lotta armata, degli anni di piombo, le canzoni di Battisti e Mogol erano considerate qualunquiste. “Addirittura fasciste! L’impegno, a quel tempo, era essere di sinistra - afferma Mogol - fare testi sulla classe operaia, le contestazioni... Io parlavo della sfera privata. Era il momento dei cantautori, tipo Francesco Guccini bravissimo per carità, ma le loro non erano canzoni vere e proprie. Scrivevano dei testi politici e poi li cantavano con una musica che non aveva un ruolo fondamentale. Però, poi, ho scoperto una cosa che mi ha fatto piacere: nel covo di via Gradoli delle Brigate rosse, trovarono la collezione completa di Mogol-Battisti. Ascoltavano le nostre canzoni e le nascondevano”.
La sua prolifica attività conta oltre 1.500 testi. Mogol inizia la sua lunga carriera come editore affiancando il padre, Mariano Rapetti, direttore delle edizioni della casa discografica Ricordi. La prima importante affermazione di Mogol risale al 1960, quando si presenta al Festival di Ancona come autore del testo “Non dire I cry”, interpretato da Tony Renis. Il “grande momento” di Mogol arriva nel 1961 con “Al di là”: la canzone vince il Festival di Sanremo, cantata da Luciano Tajoli e Betty Curtis.
L’inaspettata vittoria al Festival proietta l’autore all’attenzione di molte case discografiche. Nascono così altri successi tra cui “Stessa spiaggia stesso mare”, cantata da Mina, “Bambina bambina”, cantata da Tony Dallara, prima classificata a Canzonissima 1961. Nel 1963 al Festival di Sanremo Mogol si conferma, qualora ce ne fosse stato bisogno, autore di livello; vince di nuovo una sua canzone: “Uno per tutte”, portata al successo da Renis. Nel 1965 si ripete con “Se piangi se ridi”, composta con l’interprete Bobby Solo. Tra gli altri grandi successi del periodo, oggi storici, vi sono “C’è una strana espressione nei tuoi occhi”, “Che colpa abbiamo noi” ed “E’ la pioggia che va” dei Rokes, “Io ho in mente te” dell’Equipe 84 e “Sognando la California” dei Dik Dik, fino a stabilire lo strabiliante record di un milione e mezzo di 45 giri venduti con “Una lacrima sul viso”, incisa da Solo nel 1964.
E’ alla fine del 1965 che avviene l’incontro con Battisti. Le prime canzoni realizzate insieme sono indirizzate soprattutto a gruppi e solisti beat: “Per una lira” dei Ribelli, “Dolce di giorno” dei Dik Dik, “Che importa a me” di Milena Cantù. Nel 1969, quando esplode il “fenomeno Lucio Battisti”, i due autori si legano artisticamente in modo indissolubile creando una serie di inimitabili perle: “Acqua azzurra acqua chiara”, “Mi ritorni in mente”, “Fiori rosa fiori di pesco”, “Emozioni” e “Pensieri e parole”, sono tutti 45 giri che conquistano la vetta delle classifiche.
Mogol, insieme al padre Mariano, Sandro Colombini, Franco Dal Dello e, successivamente, Lucio Battisti, fonda l’etichetta “Numero Uno”. Il primo disco realizzato è il singolo “Questo folle sentimento” per un nuovo gruppo la “Formula 3”. Con la “Numero Uno” Mogol scrive con e per Lucio Battisti “La canzone del sole”, “I giardini di marzo”, “E penso a te”, “Vento nel vento”, “Io vorrei... non vorrei... ma se vuoi”, “Anche per te”.
Mogol e Battisti firmano anche canzoni indirizzate a gruppi e solisti appartenenti ad altre etichette: Dik Dik (“Vendo casa”), Mina (“Insieme”, “Io e te da soli”, “Amor mio”, “La mente torna”), Patty Pravo (“Il paradiso”, “Per te”), e diversi altri. Da “Umanamente uomo: il sogno” a “Una donna per amico”, Mogol e Battisti raggiungono la punta estrema della loro creatività fino a concludere il loro sodalizio con l’album “Una giornata uggiosa”, pubblicato nel 1980.
Dal 1992 Mogol si trasferisce in Umbria, dove fonda e dirige il C.E.T. (Centro Europeo di Toscolano), un’associazione no-profit per lo sviluppo della cultura e della musica. Il C.E.T., attraverso periodici stage di studio e applicazione, offre a giovani aspiranti autori, musicisti e interpreti l’opportunità di perfezionare le loro attitudini artistiche e, per quanto possibile, realizzare i loro sogni.