ROMA - Salvatore Buzzi, l’ex ras delle cooperative, è tornato in carcere. La decisione è stata presa dal tribunale di Sorveglianza di Roma che gli ha negato la misura alternativa alla detenzione. Deve scontare un residuo di pena pari a quattro anni per le accuse di corruzione legate al processo al Mondo di Mezzo.
Buzzi, rappresentato dagli avvocati Edoardo Albertario e Alessandro Diddi, si è costituito nel carcere di Orvieto, definendosi un “perseguitato”.
La difesa si è espressa duramente contro la decisione del tribunale di negare l’affidamento terapeutico, richiesto per curare la dipendenza da alcol di Buzzi, sostenendo che “l’ordinanza è a tratti incomprensibile e censurabile per molteplici ragioni”. Gli avvocati hanno già annunciato la volontà di presentare un ricorso immediato alla Corte Suprema di Cassazione.
Secondo la difesa, infatti, il tribunale avrebbe messo in dubbio la sussistenza della patologia di Buzzi, senza prove contrarie o riscontri sul campo, e non avrebbe considerato il percorso di risocializzazione intrapreso dall’uomo.
“Buzzi aveva seguito corsi di recupero nella comunità terapeutica e stava pagando le spese processuali del noto procedimento che lo ha coinvolto”, ha spiegato il legale.
L’ex imprenditore ha manifestato l’intenzione di portare avanti uno sciopero della fame e della sete, come segno di protesta contro quella che considera una persecuzione giudiziaria. Anche per questo l’avvocato Albertario si dice preoccupato per la sua salute futura.
“La difesa è convinta che sarà la giustizia processuale a prevalere, non quella degli uomini, che per sua natura è relativa e fallibile”, ha concluso il legale.