Dopo quello a Diego Abatantuono di qualche giorno fa, adesso è arrivato anche a Monica Bellucci il David Speciale 2021 che le sarà consegnato nel corso della 66/a edizione dei Premi David di Donatello, il prossimo 11 maggio.
Una sorta di giusto riconoscimento da parte dell’Accademia del cinema italiano verso un’attrice, vera icona di bellezza a livello internazionale, ma con pochissimi premi e comunque nessun David.
Per lei solo una candidatura a questo premio nel 2003 per “Ricordati di me” di Gabriele Muccino.
Poi nel 1988 due Globi d’oro della stampa estera come miglior attrice per “L’ultimo Capodanno”, un Globo d’oro europeo nel 2005 e, infine, due Nastri d’argento dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici ottenuti rispettivamente come attrice non protagonista per lo stesso “Ricordati di me” nel 2003 e nel 2017 per “Sulla via lattea”.
Tra i privilegi di questa attrice umbra, nata a Città di Castello, in provincia di Perugia, 56 anni fa, il fatto di piacere anche molto alle donne, non aver utilizzato per ora mai ritocchi estetici e non aver paura di invecchiare.
Dalla sua ha anche una grande capacità di autoironia: in “Chiami il mio agente”, la serie televisiva culto di Netflix, un uomo che non la riconosce le dice: “Lo sai che assomigli a Monica Bellucci? Ma è una tale cretina, non ha niente da dire”.
Due figlie, Deva, 16 anni e mezzo, e Léonie, 11, entrambe avute dall’attore Vincent Cassel, l’hanno resa, ha affermato in diverse interviste, più saggia e meno in conflitto anche con il mondo maschile.
Nel giugno 2017 l’Academy of Motion Picture Arts and Sciences l’ha invitata come membro fisso in rappresentanza dell’Italia a far parte della giuria di votanti responsabili di assegnare i premi Oscar.
Nel suo ultimo film, “The Girl in the Fountain”, diretto da Antongiulio Panizzi, interpreta Anita Ekberg. Qui la Bellucci, in versione bionda, si misurerà nella celebre scena della Fontana di Trevi. Si tratta di una biopic sulla star svedese che coniuga realtà e mito.
“Una carriera stellare e tuttavia saggia, che parte da Città di Castello e dalla nostra commedia, e si lascia valorizzare da grandi autori come Francis Ford Coppola e Giuseppe Tornatore diventando subito internazionale, con in più la devozione del cinema francese dalla sua parte - così Piera Detassis, presidente e direttore artistico dell’Accademia del Cinema Italiano -. Il David Speciale a Monica Bellucci - continua la Detassis - riconosce la sua bellezza unica, ma soprattutto la capacità di giocare d’azzardo e provocazione, come nel caso di ‘Irréversible’, alternando registi riconosciuti a giovani debuttanti o innovatori e scegliendo quasi sempre lo slancio d’autore, da Wachowski a Virzì, da Sam Mendes a Maria Sole Tognazzi, da Terry Gilliam a Kusturica, da Claude Lelouch a Kaouther Ben Hania. Bellucci incarna la rara capacità di essere icona globale, senza perdere di vista il lavoro creativo e la comunità artistica. Carismatica, cosmopolita e insieme profondamente italiana”.
Nata il 30 settembre 1964, dopo la maturità classica si iscrive a giurisprudenza con l’intenzione di diventare avvocato, ma il suo ingresso nel mondo della moda, attività cominciata con l’intento di pagarsi gli studi, la assorbe fin da subito in una molteplicità di impegni.
Nel giro di un paio di anni, insomma, è costretta a lasciare l’università per dedicarsi a tempo pieno alla sua carriera, che prende il volo nel 1988 quando Monica si trasferisce a Milano per essere arruolata nella famosa agenzia “Elite”, conquistando in breve tempo le copertine delle maggiori riviste di moda. Un anno dopo la Bellucci debutta a New York, fotografata da Richard Avedon e diventa la protagonista di una serie di campagne che la eleggono a vera e propria icona della donna medioterranea.
All’apice della carriera di modella, incontra Enrico e Carlo Vanzina che, colpiti dall’espressione intensa del suo sguardo e dal suo fisico mozzafiato la presentano a Dino Risi, autentico mostro sacro del cinema italiano. Ed è proprio col celebre maestro della commedia all’italiana che nel 1991 gira il film tv “Vita coi figli”.
Quell’esperienza, malgrado sia legata alla sola televisione, le apre comunque molte porte e la Bellucci comincia a capire che il cinema può diventare davvero un’aspirazione realizzabile. Ecco dunque che, sempre nel 1991, è protagonista de “La riffa” di Francesco Laudadio e interprete in “Ostinato destino” di Gianfranco Albano. Nel 1992, invece, il gran salto internazionale che la proietta direttamente ad Hollywood: ottiene infatti una parte nel “Dracula” di Francis Ford Coppola. Da lì in avanti la sua carriera è una marcia davvero inarrestabile diventando un’attrice ampiamente riconosciuta e affermata, scrollandosi di dosso il riduttivo ruolo di modella.
“Il corpo è il mio strumento di lavoro: delicatissimo e violento”.