Nell’anno 708 san Michele, l’arcangelo guerriero, discese dal cielo per imporre a Oberto, vescovo di Avaranches, un’impresa impossibile: costruire una chiesa su un enorme masso, alto appena 92 metri, posto sopra una distesa di sabbia davanti all’oceano della Normandia. L’impresa era ancora più ardita perché quell’arenile a tratti veniva sommerso magicamente dall’acqua e da onde improvvise. La leggenda di Mont-Saint-Michel comincia così, con un masso trasformato in un’isola dove cielo, acqua e terra sono i protagonisti. Poi c’è la storia che racconta di un oratorio che mille anni fa venne costruito su un blocco di granito posato su un terreno sommerso dalle maree, tra le più alte del mondo, nel cuore di una baia normanna.
La storia di Mont-Saint-Michel desta sempre meraviglia perché molti eventi accaduti in quel luogo unico al mondo sono avvolti da mistero e da leggende. La prima costruzione risale alla fine del X secolo: non fu impresa facile perché i materiali per costruire il luogo di culto venivano trasportati con imbarcazioni che spesso facevano viaggi lunghi e in molti casi affondavano. Alla fine vinse il volere dell’arcangelo e l’oratorio carolingio del vescovo, pur se circondato da un alone di cattivi presagi, venne terminato. Presto la fama dell’abbazia si diffuse e molti pellegrini cominciarono ad arrivarvi per chiedere protezione a san Michele. Il luogo era troppo piccolo per contenere tutti i fedeli e così, sotto l’abate Hildebert, nel 1023 venne posta la prima pietra per un’abbazia più grande e imponente, proprio come quella che oggi ammiriamo sull’isola-santuario.
Venne costruita sopra l’oratorio, in verticale, in un mix di semplicità romanica e complessità gotica, di Occidente e Oriente, con l’abside rivolta a est. La nuova Eglise de Notre-Dame-sous-Terre era anche una celebrazione strategico-militare: da qui passarono le lotte di successione al trono normanno, le spedizioni armate contro i bretoni, gli intrighi, le vendette, gli assalti. Fu così che venne costruita una prima cinta muraria, poi una seconda e infine una terza con torri e bastioni.