IBIZA - Una morte improvvisa, dalle cause ancora sconosciute, e con il dubbio che vi possa essere stato un coinvolgimento della Guardia Civil spagnola.  

Sono poche e frammentarie le notizie sulla morte del dj e producer napoletano Michele Noschese, 35 anni, conosciuto come Godzi, deceduto nella notte tra venerdì e sabato scorsi a Ibiza, dove viveva da circa dieci anni. 

Fonti vicine alla famiglia hanno confermato la notizia, che si è diffusa sui social e sui siti specializzati, dove unanime è il cordoglio per la scomparsa di un artista molto noto sulla scena della musica techno, con numerose produzioni e tanti concerti all’attivo in tutto il mondo. Sulle circostanze della morte, al momento, solo indiscrezioni.  

C’è chi parla di una festa a Ibiza durante la quale, a causa del rumore, sarebbe intervenuta la polizia. Qualcuno riferisce quindi di una reazione energica degli agenti che avrebbe portato alla morte del dj.  

 Le autorità diplomatiche italiane sul posto stanno seguendo la vicenda e la famiglia del giovane avrebbe preteso l’autopsia, per chiarire le cause di una morte così improvvisa. 

“Io e la mia famiglia non siamo alla ricerca di una vendetta o di colpevoli, siamo alla ricerca di giustizia”, dichiara al Tg1 Giuseppe Noschese, padre di Michele Noschese.  

“È arrivata la polizia, mi è stato riferito, che ha fatto uscire tutti, è rimasta sola con mio figlio che è stato legato mani e piedi. Sembrerebbe che sia stato malmenato in maniera particolarmente energica”, ha aggiunto. 

Giuseppe Noschese, su queste basi, ha presentato alla magistratura spagnola un esposto in cui si denuncia la polizia di Ibiza per omicidio volontario. 

Il dj, che aveva organizzato una festa a casa sua con una decina di amici, sarebbe stato arrestato dalla Guardia Civil, intervenuta su richiesta dei vicini per la musica ad alto volume. I poliziotti lo avrebbero immobilizzato e Noschese sarebbe morto in questa fase. 

Ieri pomeriggio è stata eseguita l’autopsia e gli esiti saranno decisivi per stabilire le cause del decesso. Le persone presenti alla festa avrebbero raccontato al padre della vittima che il figlio sarebbe stato percosso senza motivo dagli agenti fino alla morte, portato via di peso dalla casa e trasportato direttamente in obitorio. 

Testimonianze contenute nella denuncia presentata dal padre del dj, noto medico napoletano, e ora al vaglio delle autorità spagnole. La famiglia Noschese, assistita dall’avvocato Paola Filippelli, ha nominato un proprio consulente di parte. 

La Guardia Civil, da parte sua, riferisce che Noschese “era sotto effetto di sostanze stupefacenti e in preda ad allucinazioni” quando sabato mattina, dalla sua abitazione di Santa Eulalia, avrebbe minacciato “un vicino in avanzata età con un coltello”. 

Secondo la ricostruzione fornita all’ANSA, gli agenti intervenuti sul posto avrebbero tentato di contenere il giovane, che avrebbe iniziato ad avere convulsioni. A quel punto gli agenti avrebbero provato a rianimarlo con manovre cardiopolmonari, senza successo. La morte sarebbe quindi avvenuta sul posto per arresto cardiaco. 

Alcune testimonianze raccolte sui social e da media locali riferiscono però che Noschese sarebbe stato colpito con tre pugni – due al volto e uno alla schiena – e poi trascinato fuori dall’abitazione a spalla, quindi caricato su un’ambulanza diretta direttamente all’obitorio dell’isola.