TEL AVIV - Fonti ufficiali e registri di volo hanno confermato i movimenti, che si inseriscono in una strategia di prudenza adottata dal Cremlino per proteggere i propri funzionari.
Secondo quanto dichiarato dall’ambasciatore russo a Tel Aviv, Anatoly Viktorov, tutti i coniugi e i figli dei dipendenti dell’ambasciata sono già stati trasferiti in Russia passando attraverso l’Egitto. Il diplomatico ha precisato che la decisione è stata presa a causa delle condizioni di instabilità sempre più accentuate, che hanno reso rischiosa la permanenza delle famiglie.
Parallelamente, l’ambasciata russa ha emesso un avviso ufficiale ai propri cittadini presenti in Israele, invitandoli a lasciare immediatamente il Paese. La raccomandazione, diffusa pubblicamente anche sul sito istituzionale, sottolinea il “grave peggioramento della sicurezza dovuto al conflitto aereo e missilistico” in corso nella regione.
La situazione ha alimentato speculazioni sulla possibilità di un’evacuazione completa dell’ambasciata. Il ministero degli Esteri russo, pur non confermando piani immediati, ha ammesso che l’ipotesi sta venendo presa in considerazione. Secondo fonti citate da media russi, uno scenario alternativo potrebbe essere il trasferimento del personale diplomatico in un’area più sicura ma comunque all’interno dei confini israeliani.
Questi sviluppi avvengono sullo sfondo delle crescenti tensioni tra Israele e Iran, che hanno trasformato il Medio Oriente in un teatro ad alto rischio di escalation. Mosca, che mantiene legami complessi sia con Teheran che con Tel Aviv, ha scelto una linea prudente, evitando prese di posizione troppo nette ma muovendosi per ridurre l’esposizione del proprio personale.
Il ritiro delle famiglie e la rotazione dei diplomatici rappresentano quindi un segnale della serietà con cui la Russia percepisce la minaccia sul terreno. È anche un’indicazione del livello di preoccupazione che attraversa la comunità internazionale: la presenza diplomatica, da sempre simbolo di continuità e stabilità, viene ridimensionata quando il rischio supera la soglia accettabile.
Per Israele, già sotto pressione per le critiche internazionali e gli sviluppi interni, il ritiro silenzioso dei diplomatici russi costituisce un ulteriore elemento di isolamento e tensione. Per Mosca, invece, si tratta di un bilanciamento delicato: preservare la sicurezza dei propri rappresentanti senza compromettere relazioni che, seppur difficili, restano strategiche in una regione chiave per gli equilibri globali.