Parigi, 1899. Christian è un giovane aspirante scrittore londinese, un sognatore che fa dell’amore il suo credo (Nature Boy). Ribellatosi all’autorità paterna, si trasferisce nel quartiere più “vivace” della capitale francese, Pigalle, per poter sviluppare le sue doti artistiche assaporando l’atmosfera bohémien che imperversava a Parigi (Complainte de la Butte)... 

Tour de force del cinema: è l’espressione più usata, sia in negativo che in positivo, per “Moulin Rouge!”, film che ha riportato il musical all’opulenza e allo sfarzo degli anni d’oro. E’ l’apoteosi digitale del kitsch che mette insieme Giuseppe Verdi e Cristina Aguileira, i Massive Attack e Tolouse Lautrec, scenografie da Disneyland e David Bowie o la geniale riqualificazione del melodramma in un cinema aumentato fatto di danza e canto a opera di un regista coreografo australiano, Baz Luhrman, di creatività torrenziale.

Vent’anni dopo, Nicole Kidman ed Ewan Mc Gregor che cantano e si guardano negli occhi, appaiono ancor più toccanti nella storia più antica del mondo: quella di due amanti che il mondo e il destino divide per sempre. E nel frattempo, lo stesso anno sulla Croisette, “Mulholland Drive” dimostrava che grandissimo cinema si possa fare senza una vera storia: in questo senso, quell’edizione di Cannes, fissò l’alfa e l’omega del cinema di oggi.