MONTEVIDEO - In occasione della loro visita in Uruguay, la scorsa settimana, il duo FisHarmonica ha condiviso non solo la propria musica, ma anche alcune riflessioni sulla cultura latinoamericana.
In un’intervista esclusiva a Il Globo, infatti, i maestri Gianluca Littera (armonicista) e Massimiliano Pitocco (fisarmonica), hanno raccontato l’origine del progetto. Nato dall’incontro tra due percorsi artistici diversi ma complementari, uniti dalla volontà di esplorare nuovi linguaggi sonori attraverso strumenti non molto distanti fra loro, ma al tempo stesso poco accostati, come sono l’armonica e la fisarmonica.
“Sono molto contento di tornare qui. Sono stato anche due volte in Argentina, in tempi abbastanza recenti – ha raccontato Pitocco –. E venire qui con la fisarmonica, io che sono anche un concertista di bandoneon e quindi suono il tango in Italia e in Europa, mi fa un po’ strano. Però ne sono molto felice, perché mi arricchisce ancora di più suonare con un altro strumento”.
Per Littera, che è stato molte volte in Sud America, questo è viaggio ha segnato il suo debutto in Uruguay, cosa che gli ha fatto “molto piacere, perché ho potuto conoscere un Paese nuovo”.
Il maestro ha infatti parlato con molto affetto della cultura latina: “Per me è un pezzo della mia identità, il mondo latino, in particolare il Sud America. Ho vissuto 10 anni nelle Isole Canarie, che sono parte della Spagna. E al tempo stesso sono un avamposto dell’Europa verso il Sud America”.
Littera racconta di essersi sempre “trovato molto a mio agio in ambiti del mondo latino e della lingua. Sento molta nostalgia, oggi che vivo in Italia, del castigliano, che è un modo di esprimersi molto è bello. Ci sono delle parole, anche dei modi di dire, un modo di rapportarsi di questo mondo che mi è molto congeniale, molto vicino anche alla mia storia. Quindi tutte le volte che vengo qua, che sia Uruguay, che sia Messico, Colombia o Cile, dove poi andremo, (...), ritrovo sempre una parte di me in questo mondo che si assomiglia. Voi siete, e mi sento anch’io, un po’ famiglia, c’è un’appartenenza comune”.
In particolare “la facilità del rapportarsi con le persone, di stringere amicizia, di abbattere subito le barriere, di entrare subito in sintonia, mi affascina molto il mondo latinoamericano”, ha continuato Littera, e “quindi sono contento, tutte le volte che vengo qua, è un po’ casa”.
Il duo è nato alcuni anni fa proprio al Conservatorio Santa Cecilia di Roma, dove entrambi insegnano.
“Ci siamo conosciuti in Conservatorio – ha raccontato Pitocco –. Abbiamo anche fatto dei progetti per ottenere la prima cattedra di armonica in Italia, anzi in Europa e nel mondo. Quindi, grazie al nostro direttore che ha appoggiato tutte le nostre idee e pressioni, abbiamo ottenuto questo traguardo internazionale, importantissimo per questo strumento tanto ricco di sorprese. E da qui è nata la nostra amicizia”.
Insomma, una collaborazione non solo professionale, ma anche personale.
“Forse la cosa che più unisce questo duo è la stessa visione del valore del fare musica assieme – spiega Littera –. Il senso del fare musica per noi racchiude anche il senso dell’amicizia. Quindi al di là della stima musicale, al di là di una visione musicale che coincide, il valore aggiunto che fa, secondo me, la differenza, è quando si condivide il senso dell’amicizia, del valore che unisce le persone. E la musica, a quel punto, si arricchisce ulteriormente di qualcosa che va al di là della capacità tecnica di saper suonare insieme e della capacità di saper eseguire dei brani in maniera corretta Diventa uno scambio, in una relazione che è già arricchita del valore dell’amicizia”.
Per il duo “è sempre molto bello e importante” rappresentare l’Italia all'estero attraverso la musica.
“Ci fa molto piacere portare in giro la scuola italiana. Soprattutto in questo preciso momento, in cui portiamo in giro un repertorio di autori tutti italiani – spiega Pitocco –. Ci onora ancora di più questa cosa, anche perché, partendo dal celebre Vivaldi, passiamo poi a Donizetti, fino ad arrivare a un repertorio moderno, contemporaneo, con compositori che hanno scritto brani per noi”.
Una scelta, quella del repertorio, motivata dalla volontà di “portare l'italianità” in questo viaggio, racconta Littera, attraverso un percorso tra “le epoche storiche”, ma arrivando anche “ai giorni nostri, per rendere omaggio a Ennio Morricone, molto apprezzato a livello mondiale”.
Nel repertorio presentato in questo concerto, continua, “abbiamo cercato di evidenziare quelle che sono un po’ le caratteristiche per cui è così famosa la musica italiana nel mondo, e oltretutto abbiamo incluso anche una composizione di Franco Mirenzi, che è il direttore dell’istituto nel quale insegniamo. È un brano rappresentativo del contemporaneo di oggi, quindi anche della musica che si scrive oggi in Italia”.
In quest’occasione, infatti, l’italianità è stata protagonista a Montevideo. Tuttavia, raccontando della loro raccolta musicale in termini più generali, Pitocco ammette che “a noi piace molto un repertorio che abbia una cadenza anche un po’ latina. Non proprio tango, però, ma che abbia un linguaggio molto etnico nei tempi di oggi”.
Anche se in Uruguay la musica italiana è sempre accolta con grande entusiasmo, l’incontro con le sonorità latine – tanto care al pubblico locale quanto ai due musicisti – potrebbe rappresentare un ponte ancora più profondo tra culture affini.